L’eredità, a seconda dei punti di vista, poteva essere molto pesante o molto leggera. Da una parte Pau Lopez difficilmente faticherà più dello svedese Olsen, dall’altra, altrettanto difficilmente, riuscirà a raggiungere i livelli di colui che oggi è, forse, il miglior portiere al mondo, e cioè Alisson.
Ma in fondo, lo spagnolo, non teme i paragoni, né in un senso né nell’altro. È sicuro di sé e dei suoi mezzi e questa sicurezza si è vista in campo domenica sera nell’esordio all’Olimpico contro il Real. (…)
La sensazione è che, oltre alle parate, Pau Lopez piaccia alla gente, e a Fonseca soprattutto, per la sua capacità di comandare la difesa. Sta imparando l’italiano, si fa sentire con difensori e centrocampisti, sa impostare l’azione e non ha problemi ad indicare ai compagni dove posizionarsi.
Deve migliorare nelle uscite e deve capire meglio i movimenti degli attaccanti italiani, ma in questo senso il lavoro che sta facendo con Savorani («mai fatto prima in carriera», ha garantito) lo sta aiutando molto.
FONTE: La Gazzetta dello Sport