Basterebbe l’ovazione che gli ha riservato l’Olimpico domenica scorsa, prima, durante e dopo la sfida contro il Real Madrid, per avere la percezione del gradimento già conquistato da Pau Lopez. Da poche settimane a Trigoria, il portiere dall’espressione spavalda già piace. Ancora prima di iniziare ufficialmente la stagione vera e propria.
Merito forse di una presentazione ufficiale durante la quale si è mostrato sicuro di sé e desideroso di fare bene con la maglia della Roma; o più probabilmente di indiscutibili doti tecniche (con mani e piedi) già rivelate a più riprese. Ma lo spagnolo viene anche dopo la stagione difficile di quello che era stato scelto soltanto un anno fa come il guardiano della porta giallorossa.
Olsen ha faticato a imporsi nella Capitale e anche se la sua prima parte di campionato non può essere considerata negativa, su di lui è pesata come un macigno l’eredità di Alisson, fino a schiacciarlo psicologicamente. Il fantasma del brasiliano aleggiava fin dal debutto e non deve essere stato facile per il successore confrontarsi con una diffidenza nemmeno troppo strisciante. Questione di carattere.
Lo stesso che invece non sembra mancare all’ex Betis. In Liga fece scalpore un suo litigio a brutto muso nientemeno che con Messi, avvenuto quando indossava la maglia dell’Español. Per Pau, catalano di Girona, la sfida che lo opponeva al Barça rappresentava qualcosa in più di una semplice partita contro i più forti del campionato. E anche in Andalusia la musica non è cambiata: con il suo Betis sono stati scontri ad alta tensione con il Siviglia, nei quali non si è certo tirato indietro. (…)
FONTE: Il Romanista – F. Pastore