La firma, salvo a questo punto improbabili sorprese, dovrebbe arrivare in forma solenne mercoledì a Londra, alla presenza del presidente Pallotta. E solo successivamente la Roma potrà annunciare l’accordo con il suo nuovo allenatore, il 46enne portoghese Paulo Fonseca. In realtà il via libera è giunto già ieri dopo che tra le parti si è finalmente arrivati ad un’intesa, alla fine di una trattativa condotta tra l’Ucraina e l’Italia, con il concorso di due mediatori che si stanno dando da fare per aiutare la Roma in questa fase.
Secondo quanto è trapelato, il tecnico sarà vincolato ad un contratto di due anni, con opzione sul terzo per una cifra vicina ai 2 milioni di euro oltre bonus, che potrebbero far lievitare facilmente il totale vicino a quello che era inizialmente previsto nel budget di spesa, e cioè 2,5 milioni fissi a stagione, oltre meno agevoli bonus.
La differenza sull’importo fisso è dovuta al fatto che l’allenatore portoghese ha fortissimamente voluto questa avventura alla Roma, dopo aver chiuso con altri due titoli (campionato e coppa) la sua esperienza a Donetsk (il totale è così salito a sette: tre campionati, tre coppe nazionali e una supercoppa), e dopo l’irrigidimento dello Shakhtar ha quindi in qualche modo favorito l’accordo tra le società, “contribuendo” in maniera indiretta alla clausola da versare alla ricca società ucraina guidata dal magnate Ahkmetov, con un contributo quantificabile tra gli 800.000 e il milione di euro.
E la Roma ha fatto altrettanto, anzi, arrivando a pagare anche qualcosa in più rispetto a quel che ha concesso Fonseca, per un totale che si attesta intorno ai due milioni di euro.
Questo alla fine è quanto è stato dovuto pagare allo Shakhtar per convincere Ahkmetov a rinunciare all’ultimo anno di contratto con il tecnico che negli ultimi anni non ha praticamente quasi mai sbagliato un colpo, almeno nelle competizioni locali. In Champions invece quest’anno non è riuscito a bissare la bella impresa degli ottavi dello scorso anno, quando fu estromesso proprio dalla Roma di Di Francesco, in un doppio confronto vissuto sul filo dell’equilibrio nel quale l’estro degli attaccanti ebbe decisamente la meglio sulle incertezze dei difensori.
Quest’anno invece il terzo posto ai gironi (nel gruppo con City, Hoffenheim e Lione) gli è valso la partecipazione all’Europa League, da cui è stato immediatamente estromesso dall’Eintracht di Francoforte (2-2 in casa, 4-1 in Germania). In campionato il cammino degli arancioneri è stato invece una marcia trionfale, con una sola sconfitta in 32 confronti (26 vittorie, 5 pareggi).
Blitz e accordo (…)
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco