Si è scrollato di dosso il peso delle prime partite difficili…
“Volevamo tutti tornare a vincere, dopo la partita rinviata e il buon pareggio con l’Atletico. Era importante dare un’importna poositiva e lo abbiamo fatto. Potevamo segnare anche di più mà è andata bene”.
Quale è stata la tua prima volta da tifoso all’Olimpico? “Sinceramente non ricordo ma già da subito. Mio padre era abbonato assieme a dei miei cugini, era abbonato in Curva e mi portava all’Olimpico quando avevo 4-5 anni. Vedevo il campo lontanissimo, lo stadio mi sembrava immenso, da giocatore la sensazione è ben diversa”.
Ieri è stato il giorno di Florenzi? “Un rientro incredibile, dopo due infortuni è tornato con serenità, forza e voglia. Ieri ha corso più di tutti, è stato impressionante”.
Di Francesco chiede a voi intermedi di allargarvi. Un gioco che conosci bene. Quanto tempo ci vuole per acquisire questi sincronismi? A che punto siamo? “Ci vuole un po’, ma secondo me siamo a buon punto, lo vediamo anche in allenamento. Anche ieri, al di là di me, anche sull’altra fascia Kolarov, Nainggolan e El Shaarawy hanno interpretato benissimo la partita. Ieri abbiamo fatto molto bene, abbiamo cercato di fare quello che ci ha chiesto il mister. Lui ci dà un’impronta, cerca di farci entrare in campo sapendo quello che bisogna fare. Tanti movimenti sono dettati dagli avversari. Molte volte siamo entrati perché c’erano spazi centrali. Sei tu che devi vedere se gli avversari sono un po’ più stretti e quindi andare sull’esterno, o viceversa. Il movimento dell’esterno è contemporaneo per dare più alternative, più spazio, creando difficoltà agli avversari”.
Il mister lascia spazio alla tua fantasia o sono studiati i momenti in cui devi andare per vie centrali o devi allargarti? “Il mister cerca di darti un impronta, cerca di farci entrare in campo sapendo quello che bisogna fare. ma molti movimenti sono determinati anche dagli avversari, ad esempio ieri si trovavano tanti spazi centrali per me e per Radja. Alla fine è una libera interpretazione”.
E’ conseguente il movimento dell’esterno mentre il centrale si allarga?
E’ contemporanea, semplicemente si mette in condizione chi ha la palla di avere più linee di passaggio e alternative.
Quanto è stato importante cominciare a vedere i frutti del lavoro che si fa in allenamento? “Sicuramente sì. C’era la voglia di tutti di tornare a vincere. Giocavamo in casa e non vincevamo da un po’, tra rinvii e Champions dove abbiamo fatto un pareggio buono. Era importante vincere. Potevamo fare qualche gol in più, ma l’importante erano i 3 punti”.
Si è scrollato di dosso il peso delle prime partite difficili… “Volevamo tutti tornare a vincere, dopo la partita rinviata e il buon pareggio con l’Atletico. Era importante dare un’impronta positiva e lo abbiamo fatto. Potevamo segnare anche di più ma è andata bene”.
… e Under? “Parla bene la lingua del calcio, è un ragazzo molto intelligente anche se non parla italiano. Con Ale ieri abbiamo preso alcune parole chiave per comunicare con lui, poi alla fine il calcio è una lingua universale e lui è molto bravo”.