Cosa significa per una romano giocare nella Roma?
“Non mi stanco mai di dirlo che giocare qui per un ragazzo romano, ti dà un senso di responsabilità e orgoglio. Perché quando scendi in campo ti sembra di rappresentare la tua famiglia che è cresciuta con questi colori addosso”.
Da ragazzo hai avuto dei problemi cardiaci… “Avevo avuto una infezione della quale non mi ero accorto e con la quale avevo continuato a giocare per diversi mesi, e questa infezione mi ha portato ad avere dei battiti irregolari, che si chiamano aritmie. Queste aritmie mi portavano ad essere in affanno anche solo a muovermi, in un giorno per intenderci ne avevo 20.000 in più. Ho vissuto tutto molto serenamente, senza un dubbio che sarei tornato a giocare. La mia prognosi era di 6-7 mesi, e io al quarto mese mi sentivo con la mano il cuore, e sentivo che stavo bene, infatti sono tornato prima ad allenarmi”.
Quali sono i centrocampisti più forti al mondo per visione di gioco, tecnica di base, interdizione e inserimenti? “Visone di gioco? Il più forte è Daniele (De Rossi), dico lui perché altrimenti litighiamo (ride, ndr). A parte gli scherzi, prima che arrivi la palla, lui sa già quello che deve fare, e quello che dovrà fare con la palla quello a cui la passerà. Impressionante. Tecnica di base? Modric è il migliore al mondo. Fase di interdizione? Kantè. Quando ci abbiamo giocato in nazionale, ricordo che ti stava tre metri dietro e lo sentivi arrivare. Non si ferma mai! Tempi di inserimento? Khedira, sa sempre il momento giusto in cui andare”.
Ti vedi come futuro capitano della Roma? “Mi piacerebbe un giorno essere capitano della Roma per questo senso di appartenenza che provo insieme alla mia famiglia. Sarebbe un onore rappresentare Roma e tutti i suoi tifosi. I miei amici e le persone a cui voglio bene. Sarebbe un ulteriore responsabilità, e a me piace assumermele. Sarebbe veramente una bella cosa”.