Come vivi la grande popolarità post gol al derby?
“È stato tutto più semplice dal derby in poi. È stato un anno particolare, ho dovuto fare i conti con nuove emozioni e sensazioni. Noi siamo fuori quello che siamo dentro al campo. Lo scorso anno non ho raggiunto i miei obiettivi e quest’anno volevo essere più continuo. Giocare una partita allo stadio con i propri tifosi che ti incitano è più facile, sentirli con noi è bello”.
Come giudichi la Roma: buona squadra, squadra forte o grande squadra? “Per me è una grande squadra e una grande società con grandi uomini prima che giocatori. È un club che deve, tramite il proprio progetto, porsi degli obiettivi più importanti, che non si possono raggiungere dopo tre mesi. Deve costruire la propria casa, il proprio stadio, una pietra alla volta. Deve porsi degli step, raggiungerli e poi superarli. Così, da qui a pochi anni diventerà una delle più grandi in Europa”.
Il ruolo di trequartista si addice di più alle tue caratteristiche? “Cerco di essere sempre disponibile per qualsiasi ruolo. Sinceramente trequartista mi vedo meglio, mi sento più libero. Da mediano o da mezzala ti devi dividere il campo”.
Se io rimproverassi alla squadra di non essere consapevole di quanto è forte, lo accetteresti? “Sono un po’ in disaccordo. Il campo lo viviamo tutti i giorni, conosciamo le qualità dei compagni. Quest’anno abbiamo sbagliato tanto, non ci nascondiamo. Se rigiocassimo la gara con la Fiorentina, non finirebbe mai di nuovo 7-1 per loro. Dobbiamo migliorare tutti quanti. Questa squadra è fatta di ragazzi giovani, si deve crescere ed acquisire esperienza. Non c’è mai stato un dubbio sulle qualità di ognuno di noi, sappiamo di essere stati costruiti per stare in alto, che è dove vogliamo stare”.
Non pensi di poter migliorare sul numero di gol? “Assolutamente. Al Sassuolo ho fatto qualche gol in più, lo scorso anno ne ho fatti solo 3. Lo so che quello al Derby vale di più per voi, ma valgono tutti uno purtroppo (ride,ndr). Tutti abbiamo margini di miglioramento perché siamo tutti giovani, io voglio fare più gol. Sicuramente è un mio obiettivo personale”.
Il mister spesso dice che non ragionate da squadra. Cosa succede in quei momenti, voi riuscite a spiegarvelo? “Non so se smettiamo di ragionare da squadra come dite. Vi giuro che tutti pensano a vincere nessuno al proprio orticello, su questo non mi trovate d’accordo. E’ umano che in alcuni episodi negativi inconsciamente ti butti giù e su questo dobbiamo lavorare. Magari a volte è successo che stai facendo una buona gara e per un episodio negativo, ti spegni. Contro il Milan abbiamo presp gol in una situazione di gioco in cui io dovevo fare meglio, un episodio negativo in una grande prestazione collettiva, abbiamo cercato di vincerla. La reazione di squadra se ce l’hai una volta è perché ce l’hai dentro”.
Come state in vista di Roma-Porto? Può cambiare molto lo sapete? “Vi assicuro che il Porto è una grande squadra. Non è livello top ma è grande squadra, sarà difficile. Sappiamo quali emozioni porta passare il turno, ti cambia una stagione, nonostante le difficoltà che abbiamo trovato finora. In campionato vogliamo arrivare tra i primi quattro e ci siamo e in coppa vogliamo superare il turno. Martedì sarà una battaglia da fare tutti insieme. Sarebbe troppo importante per noi arrivare allo stadio e trovare il il nostro tifo, una cosa che gli altri non possono capire. Un avversario prende forza se vede che i tifosi non sono con noi”.
Se ti offrissi la possibilità di esprimere un desiderio per un tuo compagno di squadra, per chi lo faresti? “Per De Rossi. Tutti sanno quanto conti per noi. Daniele potrebbe mettersi seduto in campo e sarebbe già importante. In questo momento in cui deve stare attento. Ecco, vorrei farlo stare bene così stiamo bene pure noi”.
Di Zaniolo si sta parlando tanto: ti sembra ti abbia la struttura mentale per sopportare tutte queste pressioni? “Nicolò è un ragazzo molto intelligente. Sa quello che gli sta accadendo, non gli succede nulla per caso. Si è meritato tutto questo. Deve sapere che adesso per lui è tutto bello, ma potrà esserci un momento difficile e lì dovrà farsi trovare pronto”.
Ti senti un giocatore internazionale? “Non ho mai giocato in altri campionati. Non lo so, forse ce lo dirà il tempo giocando in nazionale. Quello a cui pensò sempre, come dicevo prima, è venire qui ogni giorno per migliorarmi. Mi godo i miei 22 anni e spero di godermi la mia carriera al massimo”.
Nella storia del club ci sono stati capitani romani: è un tuo obiettivo? “Ovviamente. Ci sono nomi pesanti nella lista, l’ho detto spesso però. Già essere qui, è stare a casa. Io a Trigoria ci sono cresciuto, quando fai il settore giovanile, poi speri di arrivare qui. Quando ci sei dentro, ti rendi conto quanto è grande. Ho fatto questa strada con mamma e papà tante volte. Adesso quella strada la faccio da solo, mi alleno sul campo A, prima entravo dal terzo cancello”.