Tanto a sinistra, un po’ a destra, spesso basso in mezzo al campo ad andare a prendere palla. La partita di ieri di Diego Perotti è stata sostanzialmente la stessa delle precedenti, con l’argentino a svariare un po’ per tutta la metà campo avversaria a caccia di palloni con cui poi provare a fare male con il suo uno contro uno
A Fonseca la cosa piace, anche perché il portoghese sa che Diego è l’unico nella sua rosa che ha quel tipo di giocata nel Dna. Anche se a volte lo vorrebbe vedere un po’ più disciplinato, ma ci sarà tempo e modo per diventarlo. Di certo, oggi a sinistra è lui il titolare indiscusso di questa Roma. Anche se poi il mercato è infinito e lì potrebbe anche arrivare in extremis un giocatore. Che poi, di fatto, andrebbe a coprire il buco lasciato dalla partenza di El Shaarawy.
«Fonseca a noi esterni chiede spesso di venire dentro, di stare più vicini al centravanti e la cosa ci permette di stare più vicini alla porta ed avere più possibilità di fare gol (…) Già, che poi per lui non può certo essere un inizio come gli altri. Perché dopo una stagione in cui è stato tormentato dagli infortuni ha una voglia matta di prendersi mille rivincite. E perché domenica, all’Olimpico, arriva quel Genoa che l’ha rilanciato nel grande calcio ed a cui sono legati alcuni dei suoi ricordi più belli. Compreso quel gol nel 2017 che ha salvato l’addio di Totti al calcio, consegnando la Champions League in extremis alla Roma di Luciano Spalletti.
(…) O un Dzeko in più, quello visto brillare anche ieri ad Arezzo. «Penso che Edin abbia capito quanto ci tiene Fonseca a un giocatore come lui e che tipo di gioco voglia fare il portoghese – chiude Perotti -. Il suo rinnovo e quelli di Zaniolo ed Under sono molto importanti per questa squadra. Stiamo parlando di due giovani importanti e di un calciatore difficilmente sostituibile. La Roma ha fatto benissimo a rinnovarli tutti e tre, di meglio secondo me non si poteva fare. Il mercato non è ancora chiuso, è vero, ma quanto fatto fino ad oggi dalla società ci deve rendere soddisfatti» (…)
FONTE: La Gazzetta dello Sport