«L’hombre» da 50 milioni o giù di lì è quasi pronto. Se quel 28 maggio non ci fosse stato l’addio al calcio di capitan Totti a rubargli (doverosamente) la scena, è probabile che Diego Perotti sarebbe stato celebrato come si conviene all’uomo che – senza rischiare i preliminari – ha assestato il bilancio meglio di una plusvalenza. Col suo gol-partita segnato nei minuti finali al Genoa, infatti, l’attaccante argentino ha consentito alla Roma di accedere direttamente alla Champions League, beffando in questo modo il Napoli, proprio la squadra che i giallorossi affronteranno all’Olimpico sabato prossimo, alla ripresa del campionato.
CONDIZIONE – Motivo in più per affilare le armi, visto che lo stop occorsogli alla vigilia del match europeo contro il Qarabag gli ha tolto anche la ribalta di San Siro. La storia è nota. Durante la partita contro l’Udinese l’esterno si procura un profondo taglio sopra il piede destro, suturato con dei punti. Parte lo stesso per Baku, in Azerbaigian, ma durante la rifinitura accusa un problema ad un flessore. Morale: niente Milan, muscolo da guarire e condizione da ritrovare. Tutto quello che sta avvenendo in questi giorni, visto che l’argentino la prossima settimana tornerà in gruppo (ieri ha fatto individuale). Ottime notizie perciò per Di Francesco, visto che El Shaarawy tornerà dalla Nazionale con qualche acciacco alla coscia destra.
DA DIEGO AL COLOSSEO – A meno di sorprese dell’ultima ora, quindi, Perotti è pronto a riprendersi il ruolo di titolare della fascia sinistra d’attacco, ruolo che in questo inizio di stagione ha ricoperto in modo eccellente, risultando spesso tra i migliori in campo. L’unico neo, se vogliamo, è stato il calcio di rigore sbagliato proprio contro l’Udinese, il primo della sua striscia giallorossa, anche se l’argentino ha invocato giustamente l’alibi del taglio al piede. A proposito di Argentina, comunque, inutile dire come Diego sia cresciuto nel mito di Diego, ovviamente Maradona che, quando era c.t. della Nazionale, lo aveva anche convocato e fatto esordire in un’amichevole contro la Spagna, in cui Perotti prese il posto di Messi: era il 14 novembre 2009. Dicono le leggende che Hugo Perotti, padre di Diego e amico fraterno di Maradona, un giorno disse al fuoriclasse: «Se un giorno avrò un figlio, lo chiamerò come te». Detto, fatto. E così adesso Perotti jr. può spiegare: «Maradona non l’ho mai visto dal vivo, però per me resta il migliore di sempre. Mio padre mi racconta delle storie su cosa faceva in allenamento e su come vinceva le partite da solo. A 21 anni mi ha chiamato, dicendomi di tenermi pronto perché in un paio di giorni sarei andato in Nazionale, e così è stato. Non so se Messi riuscirà a entrare nel cuore dei tifosi del Barcellona come lo ha fatto Diego a Napoli». Chissà. Di certo questo non impedirà al giallorosso di fare sconti ai partenopei, anche perché Roma gli è entrata nella pelle. E se vogliamo anche fuori: da un paio di giorni sfoggia un nuovo tatuaggio in cui campeggia, lui, il numero 8 e il Colosseo. A dire: insieme per sempre. Possibilmente vincenti.