Atterra l’Inter, continua a volare la Roma, alla quarta vittoria consecutiva, la più pesante per la classifica. La Juve resta a -7 e il secondo posto è più sicuro, con 5 punti più del Napoli che i giallorossi incontreranno sabato prossimo all’Olimpico. La Roma ha vinto a San Siro con la doppietta straordinaria di Radja Nainggolan, il giocatore più forte della Serie A nella categoria dei giocatori completi. Il primo gol sembrava di Del Piero, il secondo aveva solo il timbro del belga, portando con sé forza, convinzione e tecnica. L’Inter si è fermata di nuovo contro una grande, dopo aver battuto la Juve all’andata ha perso contro la Roma (due volte), il Napoli e la Juve. Il suo limite adesso appare evidente, anche se ieri ha lottato con tutte le sue forze, frenata anche da un rigore su Eder che Tagliavento non ha fischiato. La Champions si è allontanata da San Siro. E di tanto.
IDENTICHE – Inter e Roma erano state impostate nella stessa maniera, ma con interpreti di diversa natura. Identica difesa a tre, con due esterni a difendere e attaccare. Ma gli interisti (Candreva e Perisic) erano attaccanti veri, i romanisti (Bruno Peres e Juan Jesus) erano difensori. Probabilmente Pioli ha preteso troppo dalla sua coppia di ali (che dovevano coprire la fascia intera), perché nessuno dei due è entrato in partita come fanno di solito, soprattutto il croato doveva buttare un occhio a Peres e un altro a Salah per non lasciare D’Ambrosio da solo nel più pericoloso degli “uno contro uno” con l’egiziano.
LA DIFFERENZA DI NAINGGOLAN – Ma la vera differenza di San Siro era data, come spesso accade, dal movimento incessante di Nainggolan. Se vogliamo, il belga sta alla Roma come Joao Mario sta all’Inter, sono giocatori in grado di ricoprire più ruoli, di giocare più palloni, di arrivare al tiro e di piazzare l’assist, ma fra i due ieri era schiacciante la supremazia di Nainggolan, al di là del gol fantastico segnato dopo 12 minuti, con un destro a giro sul secondo palo mentre Gagliardini cercava inutilmente di frenarlo. Il belga era ovunque e quando De Rossi, dopo pochi minuti, si è sistemato davanti alla difesa, il suo controllo è passato a Gagliardini. In questo modo, all’Inter è mancato in parte il contributo dell’ex atalantino.
ROMA MESSA MEGLIO – Gli altri punti a favore della Roma erano di tipo fisico e tattico. Icardi, Brozovic (si è visto nel finale con un tiro deviato da Szczesny) e Joao Mario non avevano spazi per giocare e quando la palla volava alta la contraerea romanista formata da Rüdiger, Fazio e Manolas era insuperabile. Non solo: Dzeko lavorava come sempre per la squadra. E’ stato lui, per esempio, a tracciare la strada a Nainggolan nell’azione del gol, quello che Icardi non sa fare. Dunque, un giocatore in più per la Roma che era messa meglio in campo, si muoveva compatta e soprattutto convinta. L’Inter ha avuto comunque due buone occasioni per pareggiare nel primo tempo, con Joao Mario (sul suo tiro si è immolato Manolas) e poi con la conclusione Brozovic.
IL CONTROPIEDE – Sembrava diversa l’Inter a inizio ripresa. Più rabbiosa, più veloce, più aggressiva. Nei primi 5′ ha avuto due ottime occasioni per pareggiare, sulla seconda è stato provvidenziale il recupero di Bruno Peres su Perisic, a cui ha deviato il tiro in angolo. Quando stava raggiungendo lo sforzo massimo, Pioli l’ha arricchita con un’altra punta, Eder, al posto di Brozovic e l’ha schierata col 3-4-1-2, con Joao Mario alle spalle di Eder-Icardi. Ma se in campo c’è Nainggolan, bisogna avere gli occhi sempre aperti. L’Inter era tutta in attacco quando il belga è partito toccando maliziosamente Gagliardini, ha fatto 60 metri palla al piede in campo aperto, Medel ha indietreggiato invece di affrontarlo e quello ha scaraventato la palla nel sette.
RIGORE NO, RIGORE SI’ – L’Inter non ha smesso di attaccare e ha schiacciato la Roma. Kondogbia ha avuto la palla del 2-1 e nella stessa azione c’era un rigore netto per una pedata di Strootman a Eder. Dentro Gabigol e poi anche Banega, l’Inter ha continuato ad attaccare (anche se confusamente), la Roma a difendersi e ripartire. E lo ha fatto anche dopo la rete di Icardi su assist di Perisic. Alla fine la polemica dei rigori della vigilia è sfociata anche in campo: rigore no per l’Inter (e c’era), rigore sì per la Roma (e c’era pure questo: Medel ha steso Dzeko). Perotti, con un tocco glaciale, l’ha trasformato in gol.