Riepiloghiamo la questione: per i biglietti di Porto-Roma si è riproposta la situazione che l’anno scorso, per Porto-Liverpool, portò la dirigenza dei Reds a prendere posizione pubblicamente e presso la Uefa per il trattamento subito. Le norme Uefa dicono che i tifosi ospiti non possono pagare più di quelli di casa per un settore di categoria equivalente. Ma il club portoghese, applicando uno sconto a tutti i suoi soci, cioè oltre centomila persone, di fatto riempie il settore equivalente a quello giallorosso facendo pagare 18 o 22 euro, mentre i tifosi della Roma pagheranno 50 euro. Una disparità che formalmente rispetta le regole Uefa, perché la vendita libera (che dovrebbe partire domani, se rimarranno biglietti) avverrà allo stesso prezzo del settore romanista. Ma sostanzialmente le norme Uefa vengono aggirate: il Porto spera di esaurire tutto il settore opposto a quello giallorosso, cioè il secondo anello, applicando gli ingenti sconti dedicati ai soci del club, tanto che ha posticipato il termine ultimo per i biglietti scontati di una settimana.
«Il regolamento della Uefa su questo argomento è poco chiaro, ha delle maglie troppo larghe. Permette a club come il Porto di utilizzare trucchetti del genere». A dirlo è Ronan Evain, Ceo di Football Supporters Europe, un’organizzazione no-profit che da oltre dieci anni mette in rete le associazioni di tifosi di tutta Europa e lotta per difenderne i diritti e per migliorarne le condizioni. «La scorsa stagione l’Anderlecht è stato sanzionato perché vendeva i biglietti delle tre partite del girone solo come pacchetto per i tifosi di casa, senza vendita libera dei singoli biglietti. La media era 40 euro a biglietto, ma poi ha chiesto 100 euro a quelli del Bayern. Alla fine la Uefa ha sanzionato l’Anderlecht e i tifosi del Bayern sono stati rimborsati. La difficoltà col regolamento è che la Uefa non può fare nulla prima della partita, può agire solo in caso di segnalazione ufficiale del club, dopo la partita».
L’ipotesi rimborso (…)
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