«Lanzalone mi ha rappresentato l’angoscia della Roma e di Baldissoni, in particolare, per i tempi di sviluppo del procedimento». È il direttore generale del Campidoglio, Franco Giampaoletti, a riferire ai magistrati romani che indagano sul presunto «sistema corruttivo» per il nuovo stadio della Roma quali erano i rapporti con l’ex presidente di Acea Luca Lanzarone, arrestato insieme al costruttore Luca Parnasi. Nell’interrogatorio del 20 giugno scorso, il dg cerca di ricostruire anche le occasioni in cui l’avvocato genovese ha partecipato alle riunioni tecniche per lo stadio. Il pm chiede a Giampaoletti come Lanzalone gli avesse trasmesso l’angoscia del dg della Roma. «Al 99% con il cellulare». L’alto dirigente del Comune di Roma non è però riuscito a dare risposte precise a tutte le domande dei magistrati: molti infatti i «potrebbe essere», e «non saprei dare risposta». Ma come è arrivato Giampaoletti al Campidoglio? Secondo quanto riferito dal sindaco di Roma Virginia Raggi ai pm il 18 giugno scorso, a «prostettare la possibilità dinominare Giampaoletti come dg del Comune fu Lanzalone, io ero alla ricerca di un Capo di gabinetto e tra le persone di cui ho vagliato il curriculum e che ho incontrato vi era Giampaoletti….decisi che era più adatto alla qualità di dg».
Intanto ieri è stato stabilito dal gip che l’ex presidente di Acea Luca Lanzalone deve restare ai domiciliari, dove si trova dalla scorsa settimana perché coinvolto nell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Il giudice Maria Paola Tomaselli ha infatti respinto l’istanza di scarcerazione presentata Torino, per i fatti di piazza San Carlo in cui morì una donna dall’avvocato Giorgio Martellino. Secondo il gip, quindi, per Lanzalone non sono mutate le esigenze cautelari. Con promesse di denaro, consulenze e assunzioni, il gruppo di Luca Parnasi, secondo l’ipotesi investigativa della procura, si assicurava che il progetto dello stadio della Roma proseguisse senza intoppi il proprio iter tra Comune e Regione. Secondo gli inquirenti, l’imprenditore avrebbe tentato di «oliare» i vari passaggi dal 2017 in poi, con una corruzione che il gip definisce «sistemica». Luca Lanzalone, che avrebbe seguito per la giunta Raggi tutta la mediazione per arrivare al nuovo progetto, per i pm ha ricevuto da Parnasi promessa di incarichi del valore di 100mila euro per il suo studio legale. Il Tribunale del Riesame di Roma si è invece riservato di decidere sulle istanze di scarcerazione presentate dal costruttore Luca Parnasi e dai tecnici del gruppo Parnasi: Gianluca Talone, Simone Contasta, Giulio Mangosi e Nabor Zaffiri. I quattro sono accusati di associazione a delinquere. L’altro esponente del gruppo Parnasi, Luca Caporilli, è stato invece scarcerato due giorni fa dal gip e messo ai domiciliari dopo che ai magistrati nei giorni scorsi aveva fatto alcune ammissioni sul denaro dato a un funzionario pubblico.