La nuova delibera di pubblico interesse lo ha cassato impietosamente, giudicandolo un’opera che “aggiunge valore solo allo Stadio” (Luca Montuori, assessore all’Urbanistica della Giunta Raggi) e, di conseguenza, non è da considerarsi utile a valutare il pubblico interesse, ma il “ponte di Traiano” nel progetto c’è. Eccome se c’è. La versione del progetto è quella ultima, depositata lo scorso 25 maggio in Campidoglio, e le sorprese non sono poche. La prima è proprio quella del Ponte di Traiano, vale a dire 2 km di complanari, lo svincolo sull’autostrada Roma-Fiumicino all’altezza di Parco de’ Medici e il Ponte vero e proprio che scavalca il Tevere in direzione Stadio: sono tutti “inseriti nel progetto definitivo ma riferiti a una fase successiva e non finanziata dal proponente“, come si legge a pagina 12 della relazione generale. La seconda sorpresa riguarda una delle bocciature che, proprio su questo svincolo, erano arrivate in Conferenza di Servizi da Roma Natura. Secondo l’Ente regionale che gestisce i parchi, compresa la Tenuta dei Massimi adiacente lo svincolo, le complanari cadevano in area vincolata e, quindi, il progetto era stato respinto. Si legge, però, nella relazione tecnica al nuovo elaborato, che le complanari “ricadono graficamente all’interno della Riserva” ma “essendo state progettate su proprietà già ANAS ricadono nell’attuale confine stradale” e “non costituiscono variante urbanistica“. Insomma, per i tecnici giallorossi Roma Natura ha preso una cantonata.
Altra sorpresa è il “conto della serva”, il “peso” cioè che le opere pubbliche hanno sul valore complessivo dell’investimento. Fatte le debite proporzioni rispetto alla progettazione figlia della delibera Marino, viene fuori che con la delibera Raggi concede ai proponenti uno “sconto” del 30% sul peso delle opere pubbliche il cui valore, a metro quadro, passa dai 550 euro a metro quadro a 380 a metro quadro. In sostanza, con la delibera Marino Pallotta e Parnasi avrebbero avuto una spesa di 550 euro per opere pubbliche per ogni metro quadro dell’area. Ora, invece, per ogni metro quadro spendono solo 380 euro. E dal progetto vengono fuori anche i costi previsti: 80,6 milioni compensati con le cubature (nella vecchia delibera erano 195,5), 43 come contributo costo di costruzione (ne erano quantificati solo 14, mancava di quantificare il resto) e 72 come opere di urbanizzazione primaria (erano 130 milioni).
Fra le novità, più o meno preannunciate nei mesi scorsi, vi è la riduzione dei posti del nuovo Stadio: originariamente era previsto che fossero 52.500 aumentabili a 60mila. Ora vengono fissati in 55mila. Per il resto, rimane tutto più o meno invariato: 3 anelli per tutti i settori tranne che per la futura Curva Sud che ne avrà solo due e che ospiterà anche l’ingresso principale. Il tutto sarà monitorato con telecamere di sorveglianza 24 ore al giorno 7 giorni su 7. Leggermente ristretta la “nuova Trigoria”, l’area di allenamento della prima squadra. E modifiche anche nel Roma Village dove verrà situato un Medical center e un albergo da 7500 metri quadri (inizialmente situato vicino le tre torri cassate dalla Raggi), mentre si ridurrà la superficie destinata al ristoro. Invariato invece il progetto del Convium: 20mila metri quadri di area commerciale erano e sono rimasti. Ovviamente il rimaneggiamento maggiore è a carico del business park. La superficie passa “da 281.500 metri quadri a 139.500”, con un taglio di quasi il 51%. Gli edifici sono sempre stati disegnati da Daniel Libeskind, lo stesso autore delle tre torri cancellate.
A fronte di questo ci sono le opere pubbliche. La prima è la messa in sicurezza idraulica del Fosso di Vallerano e le idrovore tanto care all’ex assessore Paolo Berdini. A seguire la nuova via del Mare/Ostiense. Il progetto viene diviso in due parti: “dal Raccordo al Fosso del Vallerano” sono previste “2 carreggiate da minimo 2 corsie per senso di marcia” con due svincoli: il primo di connessione con il Ponte di Traiano, il secondo di collegamento alle viabilità secondarie in direzione Business Park e Nuova Trigoria. La seconda parte del progetto prevede “dal Fosso del Vallerano a Marconi, un intervento di unificazione che sfrutta le sedi esistenti delle attuali Via del Mare e Via Ostiense aumentandone la sicurezza”. Interessante leggere come si intende risolvere la giunzione fra il futuro Ponte dei Congressi e la nuova via del Mare: “Risorse per Roma si occuperà, come già previsto nel loro progetto, del tratto interferente con la viabilità di nostra progettazione adattando le carreggiate all’opera di loro competenza”, scrivono i proponenti nella relazione di viabilità.
L’”interesse pubblico sulla proposta di realizzare” il nuovo Stadio della Roma a Tor di Valle viene confermato ma “adeguato al mutato quadro delle condizioni”. Vediamo, quindi, carta alla mano, come la Giunta Raggi valuti il pubblico interesse della città allo Stadio. I proponenti devono realizzare le opere di interesse generale per un totale di 80 milioni di euro. Nello specifico: 38,4 milioni per l’unificazione via del Mare/Ostiense fra il Raccordo e viale Marconi, con 29,9 milioni per il tratto dal Raccordo al Fosso del Vallerano e 8,5 per il tratto dal Fosso a Marconi; 4,7 milioni per la passerella che collega la stazione Tor di Valle della Roma-Lido e lo Stadio; 10,2 milioni per il ponte ciclopedonale da Stadio alla stazione Magliana sulla ferrovia Orte-Fiumicino Aeroporto e 12,4 milioni per la sicurezza idrogeologica del Fosso del Vallerano e dell’Acqua Acetosa. Poi gli investimenti per le aree verdi: 10,7 milioni per il parco fluviale; un milione e mezzo per le aree golenali e 2,7 milioni per gli attracchi sul Tevere. A questi 80 milioni vanno aggiunti i circa 45 milioni per il contributo costo di costruzione che, portano, quindi, il totale a circa 125 milioni di euro per le opere pubbliche.
45 milioni che saranno destinati al “miglioramento dell’offerta e del servizio di trasporto pubblico su ferro attraverso il revamping (ristrutturazione, ndr) o acquisto di treni o altri interventi sulla ferrovia Roma-Lido”. Infine, vanno conteggiati nel totale anche i circa 72 milioni di euro da spendere per le opere di urbanizzazione primaria (strade, fogne, parcheggi, idrovore, verde pubblico). Viene confermato il vincolo trentennale di utilizzo dello Stadio da parte della Roma e viene inserito, in delibera, il passaggio sulla questione del vincolo architettonico sull’ippodromo: “le variazioni avverranno nel rispetto delle definitive indicazioni che proverranno da parte della Soprintendenza”. Infine, lo Stadio appare legato, almeno in delibera, alla realizzazione del Ponte dei Congressi e all’esercizio della Roma-Lido per i quali si parla di “contestuale realizzazione” per il Ponte e “contestualità dell’esercizio” per la ferrovia.