Il sì allo stadio della Roma lancia le «dimissioni irrevocabili» dell’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini. Le deleghe ora passano in mano a Raggi che, se non spunta un sostituto in tempi brevi, potrebbe girarle a Luca Bergamo, vicesindaco da mesi a lavoro sulle carte. Saranno loro a portare in fondo l’iter del progetto fino alla fine della Conferenza dei servizi, il 3 marzo. «Noi andiamo avanti», dice Raggi. Ma soprattutto sarà compito dei vari Bergamo, De Vito e Ferrara, cioè gli esponenti del Campidoglio seduti ieri nella Sala delle Bandiere al tavolo politico con la Roma e Parnasi, illustrare alla maggioranza le «innovazioni» che hanno ribaltato la percezione sul progetto di Tor di Valle.
Adesso, con l’assessore ufficialmente uscito di scena, un piano con un profilo green che può essere la prima cosa fatta «nel rispetto dei nostri valori», come detto da Luigi Di Maio. Chiuse le tende e avviato il proiettore la quadra è arrivata subito sulle nuove planimetrie: taglio di quasi un quarto delle cubature, cioè una consistente sforbiciata ai tre grattacieli dell’archistar Libeskind e ad alcuni edifici del Convivium, più la ridefinizione degli spazi interni al Business park. Mentre le opere pubbliche, almeno quelle più importanti, sono tutte confermate così come gli spazi verdi, circa metà del progetto di restyling. E poi ecosostenibilità, uso di materiali biologici, efficientamento energetico, recupero delle acque: di questo si è parlato ieri nel dopo proiezione, una raffica di domande volte ad accertare la dimensione sostenibile dell’intervento su Tor di Valle. Con l’obiettivo di arrivare a un documento che, per la prima volta in Europa, tinga di verde il progetto capovolgendo la posizione intransigente dell’ormai ex Berdini: il certificato Leed (acronimo di Leadership in Energy and Environmental Design), ovvero la patente di sostenibilità ambientale che il Green Building Council — colosso statunitense che ha elaborato il sistema di classificazione dell’efficienza energetica — rilascia in base a criteri ambientali. Green, insomma, lo stadio si fa. Anche se resta la questione politica sulla vicenda. Dal punto di vista tecnico non manca nulla: Raggi con la delega all’Urbanistica può portare la variante in giunta e quindi in Assemblea per completare il percorso in Conferenza dei servizi. Ma politicamente qualcosa non quadra: senza sostituti pronti la giunta Raggi potrebbe trovarsi nella condizione di confezionare una variante urbanistica in assenza dell’assessore competente.