Se gli americani ieri sono riusciti a portare Castro a Trigoria (17 anni, Fidel alla linea giovane) forse si potrebbe anche sperare che il Prefetto di Udine dica no all’indicazione del Casms di chiudere la trasferta di Udine ai tifosi della Roma. Ci vorrebbe qualcosa di ugualmente improbabile e rivoluzionario, un discorso all’altezza dell’I have a dream per vederlo realizzato: uomini, donne e bambini (o semplicemente persone, perché poi ‘sta storia delle famiglie allo stadio definitela quando avrete ridefinito il concetto stesso di famiglia oggi e dopo aver ricordato che Rita Pavone una volta cantava “La partita di pallone“) poter andare a vedere la Roma. Pensa che rivoluzione: poter andare a vedere la Roma. Ammazza! Ma come te permetti!? Un sogno. Proibito. Manco la prima mela. Oggi è vietato. Oggi avrebbero disboscato pure il Giardino dell’Eden. Ma se poi ci riesci è vietato esporre uno striscione tipo “W Roma” (pensa se vedevano i quadernetti dei ragazzini a fine Anni 70, tipo “lazio schifo fa ce potemo giura’…“), per non parlare di fumogeni o mettersi (udite-udite) in balaustra!
Così parlò balaustra: è la nuova filosofia del Ca…sms. Il Superomismo della presunta sicurezza. Ieri oltre a questa lungimirante decisione dell’Osservatorio sono arrivate anche le prime diffide per chi lancia i cori dalla Sud. Un reato evidentemente clamoroso, da perseguire, estirpare: fossimo matti che la gente si mette a cantare, fossimo matti che in questa società di plastica (sì, sì pura retorica, pure della peggior specie) qualcuno si metta a coltivare la passione (oh my God) e poi per una squadra di pallone! Non c’è da scherzare: qui non stiamo nemmeno al mandare a letto senza cena, soltanto che non lo dice un padre esasperato o a corto di argomenti al ragazzino, ma lo Stato a persone colpevoli di… di niente. Niente. Manco Minority report. Non ci sono più processi alle intenzioni, ma condanne su previsioni, basate poi sull’avveduta considerazione che Udinese-Roma è una partita dal profilo (tre/quarti forse) ad alto/altissimo rischio. Aho è il loro mestiere: Comitato Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive. Analizzano. Sanno. Espertizzano. Svisano. Teorizzano. Prevedono. Poi se la tifoseria della Roma i rapporti migliori in Serie A ce li ha proprio coi ragazzi udinesi che ce frega, l’importante è finire. Chiudere. Proibire.
Comunque per questa colpa, cioè per niente, si è vietato una trasferta, la libera circolazione, l’andare a vedere una partita di pallone (riflettete sulla semplicità violata della questione) perché 21 persone – pure individuate, processate, daspate – hanno sbagliato. Si è colpito tutti. Ma come? Ma co’ ‘ste telecamere in hd che servirebbero per tutelare una comunità che ci dobbiamo fare? Oltre che a crearlo, servono a vederlo il Grande Fratello? Qui le eliminazioni sono preventive, non ti fanno proprio uscire da casa, e la televisione te la infilano nel salotto. Se va bene. Manco te ne accorgi ormai. Paghi pure per vederle a distanza le emozioni, piuttosto che vivere. Perché sì tu chiamale ancora, se ancora vuoi (ma come fai a volerle, soprattutto tu che parli di retorica) emozioni. Perché di questo si tratta(va). Dimmi cos’è? No, dimmi cos’era. Ma io non te lo so più dire. So solo che il tifo non è il problema del calcio, ma la soluzione. Dove c’è passione, coinvolgimento, persino liturgia, ritualità tra sacro e profano che altro che il rosso di Tiziano, lì c’è cura e amore per la “cosa”, per il pallone, per la squadra, per la Roma.
A me i violenti stanno sul cazzo proprio perché inquinano la Roma, rovinano un’emozione. E quelli come me (un “me” generico, ma che vale anche per me) allo stadio devono poterci andare. Andare a vedere la Roma, questa è la questione. Essere o non essere tifoso. Dormire, forse sognare il tempo in cui si poteva andare la domenica a sentirsi parte di una comunità mai vista… I tempi del sole. Altro che Aztechi e Maya, le bandiere con l’indianino. Una decisione del genere oltre che essere ingiusta, rischia anche di avvelenare il clima, fornisce a chi non vede l’ora di creare contrapposizioni la possibilità di farlo, stranisce pure quelli “buoni buoni” (ammesso che ci siano i cattivi in questa storia sbagliata), crea precedenti (la lista di incidenti anche peggiori di quelli di Verona, ma senza alcune conseguenze, si fa facile). Non fa andare le persone allo stadio. A vedere la Roma. La Roma sta vedendo e valutando la possibilità di fare ricorso contro tutto questo. Se gli americani sono riusciti a portare Castro a Trigoria (17 anni, Fidel alla linea giovane) possono far qualcosa anche contro l’esilio forzato dei “dissidenti”. Que viva la revolucion.