«La Roma c’è», è il titolo che Di Francesco spera di trovare in edicola domani. Un messaggio al campionato che nel linguaggio dei numeri si traduce in tre punti a San Siro: «È giusto puntare alla vittoria a Milano. Ben venga il fatto di non partire favoriti, ma questo non ci libera dalle responsabilità, perché tutti ci aspettiamo sempre qualcosa in più da questa squadra e tutti si aspettano sempre qualcosa in più da me. Questa responsabilità mi piace. Lavoriamo per rimanere attaccati a quel carro lì e per poterlo fare dobbiamo avere la giusta mentalità, non la presunzione ma la consapevolezza di poter andare a fare risultato, pur avendo grandissimo rispetto dell’avversario». Un Milan stravolto dal pazzo mercato estivo: «Ha cambiato tanto, ma è un fatto relativo, perché è in grande crescita e ha messo dentro giocatori di spessore, non solo tecnico, ma anche psicologico nel saper affrontare determinate gare. È mutata un po’ l’idea di gioco, ma credo che con il tempo e coni risultati positivi ci sia maggiore convinzione. La partita dirà tanto, poi noi qui siamo bravi in generale a fare e disfare in 90 minuti, per questo penso che questo match non determini tutto, anche se lo ritengo molto importante per poter rimanere agganciati ai primi posti della classifica». È lì che l’amico Montella vuole riportare i rossoneri, sul carro delle grandi: «Milan-Roma deve tornare ad essere uno scontro diretto, negli anni passati non è successo e noi vogliamo giocarci questa possibilità. Loro hanno un attacco super e sicuramente le aspettative su di noi sono più alte quest’anno. Quando si fa una rivoluzione, si può badare più ai punti che alla crescita, ma si deve trovare una via di mezzo e penso che ci siamo riusciti. Ogni squadra trasformata ha bisogno di tempo, è difficile che raggiunga nell’immediato dei risultati».
Il comune denominatore delle due città protagoniste della sfida delle 18 è la pressione dell’ambiente sull’allenatore: «Mi sembra tutto ingigantito ed esasperato. Alleno il Milan e so che devo sopportare anche esagerazioni. Se siamo coerenti e lucidi, il tempo per arrivare al top si dimezzerà». Di Francesco lo sostiene: «Ancelotti è stato già associato a 4-5 panchine, siamo a settembre e a volte si è troppo frettolosi nelle scelte». Lui e Montella chiedono la stessa cosa, pazienza, ma uno dei due rischia di averne una dose ridotta dopo stasera. «Gli auguro di vincere da lunedì», se lo sono detti a vicenda gli amici di una vita che oggi dovranno essere nemici in campo. Montella, in più, ha un sentimento particolare nei confronti della maglia giallorossa, con cui ha vinto lo scudetto nel 2001, in squadra con Eusebio: «Roma è casa mia, non è mai normale affrontarla». In 15 sfide da ex ha vinto solo 2 volte (4 pareggi e 9 ko), ma nel confronto con Di Francesco ha lui lo score migliore: 5 successi su 9. In tribuna si rivedrà Totti, che ha aspettato la squadra a Milano dopo aver studiato i rossoneri giovedì in Europa e stupito di nuovo tutti nell’amichevole a Tbilisi: «La sua classe non muore mai, anche a carte è il numero uno: è un vincente in tutto quello che fa». Parola di Eusebio, che quel dna vincente vuole trasmetterlo ai suoi per arrivare in cima e poter dire che «la Roma c’è».