Tutto cominciò il 20 agosto. Prima giornata di campionato, Di Francesco al debutto sulla panchina giallorossa. Aleksandar Kolarov al debutto anche lui, in estate scelse di lasciare il Manchester City di Guardiola, per tornare a Roma, sull’altra sponda del Tevere, dopo aver vestito la maglia della Lazio. A Bergamo, nel settore riservato ai tifosi giallorossi, c’era ancora qualcuno che prima della partita gli riservò qualche coro ostile, per il suo passato biancoceleste. Ma bastarono trentuno minuti per mettere a tacere tutti e per firmare la vittoria della Roma con un calcio di punizione che beffò la barriera dell’Atalanta. Dall’Atalanta all’Atalanta, Kolarov è diventato un titolare inamovibile per Di Francesco, uno di quelli che non esce mai di squadra. Si è ritagliato il ruolo di leader nello spogliatoio e il suo senso di appartenenza lo ha dimostrato in occasione dell’esultanza nel derby vinto. Kolarov ha avuto un rendimento eccezionale, l’unico dei nuovi acquisti che ha trovato spazio in pianta stabile nell’undici titolare. E’ rimasto in panchina solo contro il Bologna e Di Francesco gli ha risparmiato l’ultimo quarto d’ora contro Udinese e Spal. Poi Kolarov le ha giocate tutte, tra campionato e Champions League.
RENDIMENTO – I suoi numeri sono da primo della classe. Il suo apporto anche in fase di costruzione del gioco è da vero regista di fascia. Kolarov è il difensore che in Serie A tira di più in porta (38 volte), crea più occasioni da gol (47) e ha al suo attivo più dribbling vincenti, 32. Al suo attivo anche 3 gol (compreso quello decisivo e prezioso contro il Chelsea a Londra) e 8 assist. E’ a lui che Di Francesco si affida per tornare a vincere. Al serbo non manca la mentalità vincente alla quale ha fatto riferimento ieri Monchi nel duro discorso alla squadra. Kolarov ha dimostrato di avere carisma, in campo si fa rispettare, anche dai compagni. E i tifosi ora sono tutti dalla sua parte. A trentadue anni non sente la fatica e non si tira mai indietro. Non gli piace perdere e questo periodo non lo vive con felicità. I gol li ha sempre fatti nella sua carriera, trentasei, tra Ofk Belgrado, Lazio, Manchester City e Roma. In giallorosso ha ritrovato Edin Dzeko, con il quale aveva vissuto anni vincenti in Inghilterra. Il feeling tra i due funziona, in campo e fuori. I difensori avversari fanno fatica a prendere il tempo dei suoi inserimenti e dalla catena di sinistra, formata spesso da Kolarov e Perotti, nasce il maggior numero di gol della Roma.
DA ROMA A ROMA – Alla Lazio arrivò giovanissimo e Mihajlovic lo aiutò a inserirsi. Nel 2010, dopo 104 presenze, 11 gol e 9 assist in biancoceleste, Mancini lo ha voluto a tutti i costi nel suo Manchester City. Sabatini, all’epoca direttore sportivo laziale, portò a casa 23 milioni di euro circa, dopo aver speso neanche un milione per acquistarlo. In giallorosso Kolarov si è ambientato subito, l’esperienza lo ha aiutato. Dal punto di vista fisico non accusa il peso degli anni. Con la sua mentalità da professionista ha conquistato subito Di Francesco. Che sabato si affida ancora al serbo per far ripartire la Roma.