Sono passati esattamente dieci anni (e un giorno, oggi) da quando la Roma si regalò all’Olimpico un pezzetto della sua storia, battendo 2-1 il Real Madrid nell’andata degli ottavi di Champions. «Qualificazione possibile, ma non certo sicura», dissero quella sera Spalletti e i giocatori, che poi andarono a prendersi, per il secondo anno di fila, il passaggio ai quarti direttamente al Bernabeu. Quella era una Roma bella e vincente (tre coppe in due anni, più uno scudetto sfiorato), questa invece deve ancora costruirsi e, con tutto il rispetto per lo Shakhtar, cercherà di farlo in un ottavo di finale non certo affascinante come quelli del passato.
DA SPALLETTI… – Nel 2007 la Roma, anche in questo caso in trasferta, si prese la qualificazione a Lione, con un gol di Totti e un altro – straordinario – di Mancini, un doppio passo che fece il giro del mondo. In panchina c’era sempre Spalletti (quello vero, secondo molti romanisti), così come c’era sempre Luciano nel 2009 quando la Roma, con l’andata all’Emirates e il ritorno all’Olimpico, non riuscì a centrare la qualificazione. Notti di sogni, di coppe e di campioni, giocate con Diamoutene, Loria e Motta, con Aquilani e le sue infiltrazioni che per poco non ci rimetteva la carriera e con Vucinic che tirava uno dei peggiori rigori della storia giallorossa. E la Roma, di rigori maledetti in Champions, se ne intende, ma questa è un altro racconto.
A SPALLETTI… – Quello più recente dice, che dopo quell’eliminazione con l’Arsenal nel 2009, che fece un po’ più male perché quell’anno la finale si giocava a Roma, Totti e compagni tornarono a giocare un ottavo nel 2011. Ranieri in panchina all’andata, Montella al ritorno, Roma k.o. in entrambe le occasioni e Donbass Arena stregata con il rigore sbagliato da Borriello, l’espulsione di Mexes e la gomitata di De Rossi a Srna. Non è andata meglio due anni fa, di nuovo con Spalletti in panchina e Roma ancora sconfitta, sia all’andata che al ritorno, da quel Real che poi vincerà la coppa a fine stagione. Al contrario del 2008, la squadra del 2016 di magico aveva poco o nulla e la qualificazione non è mai stata neppure in bilico. Domani, invece, la Roma se la giocherà e anche se l’avversario è, come blasone, meno affascinante rispetto al passato, arrivare tra le prime otto d’Europa sarebbe un risultato su cui pochi, a Trigoria e non solo, avrebbero scommesso. Come dieci anni (e un giorno) fa, quando davanti c’era il Real con tutta la sua storia.