«Vorrei fare un appello ai tifosi: fate in modo che l’ultima partita all’Olimpico di Daniele De Rossi sia una festa per lui, il tempo per le contestazioni ci sarà».
Claudio Ranieri sta preparando Sassuolo-Roma ma non è possibile nemmeno per lui, così scrupoloso alla vigilia con una partita, evitare di andare a Roma-Parma, il 26 maggio, quando De Rossi sarà costretto a lasciare per sempre la maglia giallorossa e andare a chiudere la carriera altrove. (…)
In conferenza stampa gli viene chiesta la conferma della discussione, compreso il soprannome di «testa grigia» che sarebbe stato dato a Franco Baldini, il consigliere speciale del presidente Pallotta. Ranieri non fa un passo indietro: «Non mi sembra di aver utilizzato tutte le parole che ho visto poi riportate, ma quando i tifosi chiedevano spiegazioni riguardo a Daniele ho detto che le decisioni erano sicuramente state prese a Londra e in America dal presidente e da chi gli sta più vicino».
Più tardi il caso De Rossi sarebbe ancor più deflagrato con l’arrivo sui social dell’audio Whatsup in cui il capitano dice che sarebbe stato disposto a giocare anche a gettone. Ranieri, in precedenza, era stato comunque chiarissimo: «In ogni club i giocatori vanno e vengono, ma Daniele è capitano e Kgura storica della Roma. Gli andava detto, come minimo, in un‘altra maniera. Ha sempre avuto un amore sviscerato per questa squadra, meritava altro».
Gli chiedono se lui, da dirigente, avrebbe rifatto il contratto a De Rossi. Risposta lapidaria: «Io faccio l’allenatore. Se me lo avessero chiesto avrei detto: lo voglio perché so che giocatore, che capitano e che uomo è. Ci sono leader per i social, per i tifosi, per i giornalisti e per gli allenatori. De Rossi è di quest’ultimo tipo. Non parla per sé ma per il bene della squadra». (…)
FONTE: Il Corriere della Sera