L’aratro probabilmente è rimasto in qualche scatolone portato da Londra a Trigoria nelle ultime frenetiche ore e per vedere la Roma cattiva e determinata, pronta a morire per la maglia che indossa e arare il campo, Ranieri dovrà aspettare tempi migliori. Nel frattempo può consolarsi con una vittoria fondamentale in chiave Champions,poi aggiusterà magari le prestazioni, e con il calore dei tifosi, che nel giro di 24 ore, dalla convocazione in conferenza stampa al fischio d’inizio, si sono moltiplicati: i 6 mila biglietti di domenica sono diventati più di 10 mila e allo stadio, in un lunedì sera di bufera nella capitale, erano quasi 35 mila. E hanno accolto il nuovo allenatore con un bello striscione in curva:«Oggi come ieri… Buona fortuna mister Ranieri». Lui pure senza «i pezzi da novanta, i leader che danno un senso alla squadra» è riuscito ad ottenere i primi tre punti nella sua seconda avventura in giallorosso e l’ha fatto col vento della Sud a favore, cosa mancata a Di Francesco nei momenti bui: «Il vero pezzo da novanta dev’essere la Roma, la Roma con i suoi tifosi, che ci hanno dato una mano incredibile. Mi aspetto che a Ferrara vengano perché ne abbiamo bisogno, stiamo con la bombola d’ossigeno e ci servono tutti i dottori possibili». Ne servirebbe davvero uno bravo per curare tutti i problemi di questa squadra, a pezzi fisicamente e debole psicologicamente, «una squadra nervosa che viene da determinate situazione negative», ma la vittoria è sempre una buona medicina: «Aiuta l’autostima, aiuta a migliorarsi, certo noi dobbiamo migliorare molto».
Non c’è tanto tempo davanti, appena 11 giornate di campionato, e ce n’è stato sicuramente troppo poco per fornire istruzioni complete alla squadra: «Io gli ho chiesto proprio l’Abc. Li ho allenati talmente poco, ma ho notato Schick, che ha tutto: velocità, tecnica, dribbling, gol. Carattere? Gli ho detto: “Se mi fa vedere quello messo a Oporto sei uno dei miei uomini”. In alcune circostanze l’ha fatto, ma deve farlo di più». I problemi della Roma non sono tanto davanti quanto dietro: «Una soluzione in testa ce l’ho, con una grossa organizzazione possiamo non subire gol, sapendo che poi li andiamo a fare. Non è possibile prendere tutte queste reti. Gli allenatori vedono delle cose ma ci vuole tempo per farle assorbire». Il tempo è un po’ tiranno con lui, che si dice «concentrato, piuttosto positivo per il fatto che non era una partita facile, in cui anche in dieci siamo rimasti compatti. Florenzi? Per me l’espulsione è troppo severa perché lui ha fatto di tutto per fermarsi». Non è d’accordo nemmeno sul mancato fischio all’1-1 dell’Empoli: «Io sono super favorevole alla Var, in Inghilterra ho dato la mia adesione massima perché col gioco moderno, più veloce, gli arbitri poverini non ce la fanno a vedere tutto. Lo strumento è idoneo, mi aspettavo che la tecnologia intervenisse per il blocco sulla punizione dell’Empoli, mi sono sorpreso perché mi hanno detto che qui le fischiano queste cose». La Roma, intanto, esce tra gli applausi e di questi tempi sono oro colato.