Ridateci il Comandante. Quello vero. Quello che aveva stupito pure chi lo aveva accolto con un pizzico di scetticismo. Quello della passata stagione, forte e tosto. Molto, ma molto diverso dal Federico Fazio che abbiamo seguito in questa stagione in cui il difensore argentino è stato la brutta copia di se stesso e lo diciamo con la convinzione che anche il giocatore lo sappia fin troppo bene. Eppure il Comandante ora degradato a sergente, doveva essere un punto di forza della seconda Roma difrancescana, reduce, l’argentino, da una stagione in cui aveva stupito per continuità di rendimento e leadership, lì al centro della difesa in coppia con un Manolas che sembrava fatto apposta per stargli al fianco, il greco veloce e tignoso, l’argentino pensante e in grado di impostare e pure andare a fare i gol.
Ecco, di Fazio in questa stagione sono rimasti soltanto i gol, quattro in campionato, che è un elemento non secondario considerando che è un difensore, ma che non possono però far dimenticare un rendimento che sembra essere quello del fratello scarso che non sa giocare a pallone. Come se dalle vacanze fosse tornato un giocatore completamente diverso rispetto a quello visto nelle sue prime due stagioni in giallorosso. E questo rendimento insufficiente è una delle risposte che si danno con maggiore frequenza nel momento in cui si cerca di trovare una spiegazione a una fase difensiva che non è quasi mai stata difensiva nel senso completo del termine. (…9
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