Una torta rispedita al mittente e le magliette celebrative riposte in magazzino: fotogrammi che raccontano l’enorme delusione del gruppo juventino, spiazzato da una Roma capace di tirar fuori dal cilindro tre gol in rimonta, come mai le era riuscito nella sua storia moderna. Festa per il sesto scudetto rovinata e tanti rimpianti da contare in casa giallorossa. Complicato immaginare come i bianconeri, in vetta con 4 punti di vantaggio, possano fallire le ultime due gare che mancano alla chiusura del campionato. Crotone e Bologna non sono avversari che possano impensierire, anche se nella testa dei giocatori c’è adesso la finale di coppa Italia, e poi quella di Champions. Certamente il successo dell’Olimpico riempie di amarezza la stagione dei giallorossi, che – tra le delusioni legate a coppa Italia ed Europa League – potrebbe chiudersi a quota 87 punti (calcolando due vittorie con Chievo e Genoa), come mai successo nella sua storia. Un record amaro, che servirà – a meno di un clamoroso crollo juventino – ad aumentare il numero di volte in cui la Roma è arrivata seconda nei suoi novant’anni: ben quattordici piazzamenti da vice-campione d’Italia, con l’Inter e subito avanti al Milan (13). Sarebbe la terza volta nei sei anni di gestione americana, che diventano nove se si calcolano i campionati dal post scudetto del 2001. Un andamento che mantiene a un buon livello il club, ma che andrebbe condito, per essere rafforzato, da un trend migliore nelle coppe. A Trigoria vorrebbero che fosse ancora Spalletti a portare avanti questo tipo di crescita, con l’obiettivo di alzare già nella prossima stagione un trofeo che restituirebbe entusiasmo a tutta la tifoseria. «Siamo d’accordo con il mister di sederci a un tavolo a fine campionato per definire i progetti futuri – ammette l’ad Gandini – se resterà, benissimo, saremo contenti, altrimenti avremo delle soluzioni già pronte. Non vogliamo farci trovare impreparati e confidiamo, comunque, di trovare un punto d’incontro con Spalletti».
L’Olimpico, alla lettura delle formazioni, ha fischiato il tecnico toscano, avvolgendo invece in un’ovazione Totti. Questo è un ulteriore peso sulle spalle di un allenatore che ha mostrato di soffrire, andando in difficoltà, la gestione del numero dieci. Che a fine stagione diventerà però dirigente a Trigoria. E che quindi sarà un superiore dello stesso Spalletti. Situazione che appare, almeno all’esterno, piuttosto paradossale. «Ma l’unica cosa che conta è la Roma – chiude il discorso Gandini a Radio Uno – non è bello avere dei partiti. Totti si sta comportando da professionista. Bisogna anche capire che per lui è un momento difficile. Avrà una nuova carriera e staremo al suo fianco». Al fianco di Francesco ci sono i compagni di squadra, che hanno capito il momento di nervosismo, quando, dopo soli due minuti e mezzo in campo con la Juve, senza toccare neanche una palla, l’attaccante si è infilato nello spogliatoio, restando in silenzio per tutto il tempo e preferendo poi uscire evitando i giornalisti. Parlerà dopo Roma-Genoa, Totti. Fino a quel momento conteranno solamente i sei punti che restano da conquistare in campionato.