Alla Roma è bastato un “rigoretto” per battere il Crotone, per restare in scia con le prima della classe, che in questo turno infrasettimanale hanno vinto tutte. La firma è di Perotti su una vittoria che conferma l’importanza in questa squadra di un giocatore come Kolarov, che non si è mai fermato da inizio stagione e ieri si è procurato il rigore che ha deciso la partita e ha colpito la traversa. Neanche ieri la Roma è stata molto brillante, ma dà la sensazione di essere una grandissima squadra in embrione. Ci vuole davvero poco per fare il salto di qualità, grazie alla qualità degli interpreti anche quelli considerati seconde linee. Gli inserimenti dei nuovi acquisti (ieri il debutto di Karsdorp) consentono a Di Francesco di avere una varietà di soluzioni che poche altre squadre possono vantare. Come contro il Torino la Roma ha creato rare occasioni da gol, ma ha sempre avuto in pugno la partita e soprattutto ha rischiato pochissimo, praticamente niente se si esclude qualche tentativo del Crotone nei minuti di recupero. La solidità difensiva è la base di partenza per crescere e migliorare in attacco.
QUANTI CAMBI – Di Francesco ha insistito nell’ampio uso del turnover. Ha cambiato sei giocatori rispetto alla partita vinta domenica a Torino. Spazio ai giovani e alle seconde linee, con Gerson e Ünder oltre a Karsdorp, al debutto assoluto con la maglia giallorossa. Roma tutta straniera, con i tre romani ed El Shaarawy partiti dalla panchina. Il Crotone è venuto all’Olimpico con diverse assenze e con Stoian in non perfette condizioni fisiche in panchina. Di Francesco aveva chiesto i tre punti, per cominciare nel migliore dei modi la sette giorni all’Olimpico, che si concluderà martedì con la sfida di Champions contro il Chelsea. Il Crotone sa che dovrà soffire fino all’ultimo anche quest’anno, ma non ha rinunciato a giocare, si è difeso con ordine con il 4-4-2 e si è arreso solo al fischio finale.
KOLAROV, SEMPRE LUI – La Roma ha attaccato sin dai primi minuti, provando a sfruttare la velocità di Ünder e Karsdorp, che sulla fascia destra, con il contributo di Nainggolan, avrebbero potuto fare sfracelli. Ma il turco è durato poco e l’olandese ha bisogno di tempo per entrare in condizione. Quella di ieri è stata soprattutto una partita di rodaggio. Ancora una volta è stato determinante Kolarov, che al 10’ si è procurato un calcio di rigore (che ha lasciato molti dubbi) per il contatto in area tra Mandragora e il serbo. Dagli undici metri Perotti ha ritrovato la sua infallibilità. La Roma ha faticato a concretizzare la mole di gioco prodotta, solo nel primo tempo 77 per cento di possesso palla in suo favore. Dopo il vantaggio su rigore il solo tiro in porta del primo tempo è stato di Kolarov, direttamente sul calcio di punizione da posizione molto defilata, ma questa volta il serbo ha colpito il palo. Il rientro di Fazio ha dato sicurezza alla difesa, l’argentino ha chiuso tutti i varchi e ha fatto ripartire l’azione con lanci da centrocampista. Gonalons ha confermato i progressi che si erano visti a Londra, sicuro, ha dato equilibrio e ha interpretato il ruolo di centrale con dinamismo. Molte occasioni sono nate da sue iniziative. Nella ripresa la Roma ha cercato ancora più insistentemente il raddoppio. Dzeko ha colpito prima la traversa (undicesimo legno da inizio campionato) e subito dopo è stato ancora pericoloso con un tiro parato da Cordaz. Il Crotone si è visto raramente in contropiede, senza mai arrivare dalle parti di Alisson, autore di un paio di interventi di normale amministrazione, giunto alla settima partita conclusa senza prendere gol.