Evitare una rimonta (in campionato) è possibile, compierne una in Champions contro i marziani del Barcellona è roba da folli. Ma questa Roma, nel bene e nel male, folle ha dimostrato di esserlo in una stagione vissuta costantemente sull’altalena. Forse per questo sia Florenzi sia Di Francesco dicono di crederci. «Crediamo nella rimonta perché il calcio è bello anche per questo. Faremo una grande partita», le parole dell’esterno. «Dobbiamo credere di poter fare qualcosa d’importante», ha ribadito il tecnico. Obbligatorio farlo visto che domani l’Olimpico sarà pieno di 70 mila tifosi che hanno pagato il biglietto sulla fiducia. Parola un po’ in disuso dopo il ko con la Fiorentina (il 7° in casa, coppa Italia compresa) che ha rimesso tutti e tutto in discussione. Di Francesco, molto arrabbiato sabato dopo la partita, ieri ha ritrovato il sorriso per due motivi: il recupero di Under e il gol di Ljajic che ha permesso alla Roma di restare al 3° posto appaiata dalla Lazio vittoriosa a Udine.
Il tecnico ieri ha diretto l’allenamento che ha rivisto il turco in gruppo e quindi a disposizione già col Barça. Da valutare se rischiarlo oppure no dopo la lesione al flessore destro e col derby alle porte. Di sicuro non ci sarà Perotti che proverà appunto a tornare nel derby di domenica, gara che a questo punto può valere una stagione. Impossibile quindi non pensare al derby, ma difficile pure snobbare un quarto di Champions e una passerella internazionale così importante. Per questo Di Francesco sarà “obbligato” a schierare la migliore formazione contro il Barcellona nonostante sembra quasi impossibile poter rimontare il 4-1 subito all’andata (servono punteggi stratosferici, 3-0 o una vittoria con 4 gol di scarto: 5-1, 6-2 eccetera). Il doppio impegno coi catalani ha portato Di Francesco a utilizzare le seconde linee contro Bologna e Fiorentina. Una scelta, che almeno per ora, si è rivelata sbagliata visto l’ennesimo flop dei vari Defrel, Gonalons, Gerson o Schick. Occasioni sprecate da chi probabilmente non avrà più tempo in questa stagione per far cambiare idea ad Eusebio e ai tifosi. L’emblema di un mercato deludente che non ha permesso al tecnico di avere i ricambi giusti per sostenere tre competizioni.