Di necessità virtù. Se a centrocampo c’è penuria di uomini, il contraltare è rappresentato dall’attacco, che ritrova tutti i suoi effettivi. Permettendo a Di Francesco di attingere dal reparto per sopperire alle numerose assenze. Da queste si affrancano De Rossi e Schick, che rientrano fra i convocati dopo l’ultimo provino della vigilia. Le noie muscolari che hanno tenuto fuori il Capitano e l’ex blucerchiato dovrebbero essere superate. Fatti i debiti scongiuri, i precedenti inducono all’obbligo di condizionale. I due partiranno comunque dalla panchina, per esplicita ammissione dello stesso tecnico. Chi sarà protagonista in campo, fin dal primo minuto, è Diego Perotti. L’argentino torna titolare dopo quattro gare nelle quali è rimasto ai margini. L’affaticamento muscolare subìto nella settimana che avrebbe condotto alla sfida con l’Inter, lo ha tenuto fuori nella doppia trasferta a Milano e a Genova, facendolo rientrare nella lista dei convocati soltanto nelle partite successive. Ma anche con la Sampdoria in casa e poi a Verona, Perotti è rimasto sostanzialmente a fare da spettatore alle prestazioni dei compagni, rientrando in campo soltanto nelle fasi finali dei due match, peraltro senza lasciare segni evidenti sulle gare. Probabilmente anche l’eclissi di Diego ha contribuito a bagnare le polveri dell’attacco romanista. Reparto già imbarazzato di suo da due mesi a questa parte, nei quali non è mai riuscito a realizzare più di un gol alla volta, nonostante le tante occasioni create.
La partita di questa sera con il Benevento può e deve contrassegnare l’inversione di tendenza. La squadra di De Zerbi è tutt’altra rispetto al coacervo spaurito di matricole prese a pallonate dalla Roma nella gara d’andata in Sannio. Adesso si tratta di un gruppo organizzato, ben messo in campo e soprattutto profondamente trasformato dall’ultima sessione di mercato, che ha portato alla corte di De Zerbi, fra gli altri, anche due nomi dalla grande esperienza internazionale come Sagna e Sandro. Ma la metamorfosi beneventana non può spaventare la Roma. Che è anzi chiamata a ritrovare incisività sotto porta. Per sbloccarsi Di Francesco punta sulla trazione anteriore. Davanti alla strana coppia formata da Gerson e Strootman giostrerà Diego Perotti. In una posizione inedita per lui in questa stagione, ma non in assoluto: da trequartista centrale, dietro il centravanti. L’argentino è stato schierato prevalentemente sulla corsia mancina (scambiandosi a volte la fascia di competenza con El Shaarawy), per sfruttare la sua capacità di saltare l’uomo e andare al tiro – o servire l’assist – con il piede preferito. Da lì è nata una delle sue migliori azioni stagionali, quella che lo ha portato a segnare lo splendido gol contro il Chelsea, nella serata del trionfo giallorosso in Champions. Tempi che ora sembrano lontanissimi, ma che potrebbero tornare presto se il blocco mentale cui ha accennato anche Di Francesco dovesse essere superato. Perotti ha nei piedi la capacità di mandare in porta Dzeko, che agirà davanti a lui. Le fasce con El Shaarawy e un Ünder che potrebbe essere sbocciato al Bentegodi garantiscono la vivacità necessaria per fornire ulteriori soluzioni offensive. Peraltro con Schick pronto a subentrare a partita in corso, che rappresenta sicuramente una freccia in più all’arco romanista. Da oggi bisogna tornare a fare centro.