«E adesso fate bei sogni», il messaggio della Roma ai suoi tifosi dopo la settima vittoria esterna consecutiva (record allungato) che ha messo un minimo di pressione sulla Juve alla vigilia della gara scudetto. E la gente capitolina ieri sera, passeggiando per le vie del centro o di periferia, ritrovandosi al bar o in pizzeria, si è trasmessa lo stesso augurio: «Daje Crotone». Poi la bicchierata conclusa con l’inevitabile «Ahò, non può succedere… Ma se succede…». La logica, la razionalità, dicono che oggi i bianconeri festeggeranno il tricolore nel loro stadio. Ma intanto il popolo giallorosso, addormentandosi a 1 dalla Signora, ha potuto vivere ore di allegria. Rifugiandosi nei sogni, appunto: pensa se la Juve si inceppa giusto sul traguardo, l’ultimo sorriso consegnato a Morfeo.
A DISTANZA – Questo successo sul Chievo, largo nel punteggio, meno nel predominio di gioco, soprattutto nella prima frazione dove la Roma ha dovuto rincorrere, è servito a tenere a distanza il Napoli. Che era l’obiettivo realistico, concreto. Oggi la Roma saprà quale Genoa dovrà affrontare all’Olimpico nell’ultimo atto: una formazione rilassata dalla raggiunta salvezza oppure disperata per una serie A che potrebbe sfuggirle. Gli uomini di Spalletti sono certamente in grado di mettere sotto anche questa seconda versione genoana, ottenendo così il record di punti (appartiene a Garcia con 85) a condizione che il reparto arretrato vada in campo con una concentrazione ben diversa da quella mostrata al Bentegodi.
SOLITUDINE – Castro al 15’ ha potuto colpire in beata solitudine nel cuore dell’area dopo un contrasto aereo tra Manolas e Inglese, vinto dall’attaccante gialloblù. Che a sua volta ha messo dentro da due passi e senza contrasto un cross di Birsa dopo che El Shaarawy con un blitz tanto rapido quanto scaltro aveva messo una pezza al vantaggio clivense. Subìto il 2-1 dai padroni di casa, la Roma ha rimediato di nuovo, stavolta sul finire di tempo, grazie all’iniziativa del secondo protagonista di giornata, Salah, abile ma pure fortunato (c’è una deviazione non irrilevante di Gobbi) a chiudere in diagonale un’incursione laterale nei sedici metri.
DIVERTIMENTO – Al rientro dall’intervallo la Roma occupa stabilmente la metà campo del Chievo. In partenza Spalletti aveva rinunciato a Nainggolan, per farlo rifiatare un po’, trasferendone i compiti a Strootman. Il quale inventa il 3-2 andando a pescare dalla linea mediana il taglio di El Shaarawy: l’aggancio e la conclusione del Faraone sono d’alta scuola. Qui Spalletti comincia a riflettere su come proteggere il suo reparto arretrato (almeno cinque i cross insidiosi di Gobbi) e al 26’ toglie proprio l’attaccante che fin lì aveva trascinato la squadra per inserire Nainggolan sulla corsia mancina. Con lo spostamento di Salah al fianco di Dzeko e Strootman a presidio della fragile fascia destra, ecco che la Roma organizza un 4-4-2 di contenimento sulla carta e che invece produce altre due reti.
MACCHINA DA GOL – Sì perché il Chievo, menomato dagli infortuni di Castro e Gamberini, dopo aver sbagliato un paio di rifiniture che potevano portare al 3-3, concede spazi alle due punte giallorosse. Salah può così azionare il suo mancino a giro sul palo dove Sorrentino non arriva e Dzeko può chiudere la giostra realizzando con una gran botta da venti metri la rete numero 28, che lo porta più vicino al trono del gol e pure a una sola lunghezza dal primato giallorosso stabilito negli anni Trenta (!) da Volk.
TOTTI IN PASSERELLA – Con il 5-2 in cassa e pochi minuti da giocare, Spalletti concede a Totti (acclamato dagli spalti) quella passerella negatagli a San Siro. Francesco si é scaldato fianco a fianco con un ragazzino del Chievo, Emanuel Vignato, classe 2000. I due sono entrati in campo a un minuto di distanza come in una ideale staffetta tra una carriera al tramonto (ultima trasferta, sembrerebbe) e una che nasce (debutto in A). Nel frattempo Inglese, appostato sul secondo palo, aveva deviato da zero metri un colpo di testa in mischia di Pellissier, altro irriducibile vecchietto. La Roma con questa manita ha portato a 121 le sue realizzazioni, facendone altre cinque al Genoa scavalcherebbe il Grande Torino, che di gol ne fece 125. Chissà se Spalletti concederà a Totti la possibilità di tentare l’ultimo urrah nel suo stadio. Ieri il campione al congedo ha ricevuto un affettuoso tributo da tutto lo stadio, non solo dai suoi tifosi. Una ovazione da Aida all’Arena e non da semplice partita di fine stagione. Totti, il campione di tutti, ha ricambiato applaudendo. Immaginatevi cosa gli riserverà l’Olimpico, domenica