Per fortuna, il peggio è passato già una notte e una giornata prima del fischio d’inizio. E, più per l’ormai collaudata efficienza delle forze dell’ordine che per una casualità, ha prodotto danni assai limitati. E infatti, dell’ennesima caccia all’inglese in centro città – cinque anni fa il violentissimo raid laziale contro i tifosi del Tottenham a Campo de’ Fiori, ieri il pestaggio dei sostenitori del Chelsea in un noto pub in via del Colosseo – più che la decina di contusi e i due pescati nel mazzo degli aggressori (fermati due ultrà appartenenti al gruppo Fedayn), colpiscono la premeditazione – erano incappucciati e armati di bastoni –e lo svolgimento dell’assalto: irruzione, pestaggio e fuga, tutto in pochi istanti. Anche per l’intervento tempestivo delle volanti della polizia.
INQUIETANTE – «Ad un certo punto – racconta un testimone – ho visto entrare nel pub un gruppo di persone incappucciate e con i bastoni. Avevano le sciarpe della Roma e si sono diretti contro alcuni tifosi inglesi che erano seduti ai tavoli. È stato tremendo». Ma, almeno, si è trattato di un episodio limitato e isolato. Figlio, probabilmente, più della becera rivalità con una tifoseria gemellata con quella laziale che dell’odio antisemita che nel 2012 mosse gli aggressori dei sostenitori del Tottenham. Sullo sfondo, però, resta l’immagine di una città, un tempo capitale di accoglienza, in cui il calcio ormai è nelle mani di schegge impazzite del tifo più becero, capace di prendersi la scena con dichiarazioni di antisemitismo o agguati notturni sempre più violenti, che spesso sconfinano nella cronaca nera, come è accaduto poche sere fa, sempre in centro, al malcapitato bengalese pestato dall’ultrà fascista e romanista.
REGOLARE – Se non altro, gli standard di sicurezza garantiti dalla Questura in prossimità della partita ormai scongiurano sistematicamente anche la minima scaramuccia. Ieri, l’afflusso all’Olimpico dei millesettecento tifosi del Chelsea è avvenuto senza alcuna criticità. Il piano, ancora una volta, ha funzionato.
Un gruppo di giovani, tra cui giovanissimi, fedeli alla maglia giallorossa, molti dei quali appartenenti allo storico gruppo dei “Fedayn” della Curva Sud. Secondo i primi riscontri compiuti dalla Questura e dagli agenti del commissariato Trevi, dietro al raid compiuto contro i tifosi inglesi del Chelsea allo “Shamrock” pub di via del Colosseo la notte di lunedì scorso, ci sarebbero profili riconducibili a determinati ultrà romanisti. Due di loro sono stati già identificati: maggiorenni entrambi ed entrambi in testa al blocco dei “Fedayn”. Uno di loro poi sarebbe già stato raggiunto dal Daspo per l’accesso allo Stadio. Tutto è avvenuto poco dopo la mezzanotte nel pub non lontano da via dei Fori Imperiali. All’interno c’erano più di 60 tifosi inglesi: stavano trascorrendo la serata in attesa della partita di Champions League tra Roma e Chelsea che si è disputata ieri sera all’Olimpico. D’improvviso una frangia di ultrà romanisti è arrivata a volto coperto, alcuni di loro avevano dei guanti di pelle calzati sulle mani. Hanno lanciato una torcia all’interno del pub dall’ingresso principale, attirando così l’attenzione. In un attimo si è creato il panico: il locale, piccolo e stretto, era pieno di gente. «Credevamo che si trattasse di un attentato terroristico – spiega il proprietario, Alessandro Corbellini – tanto che alcuni clienti si sono lanciati dietro il bancone per ripararsi, non avevamo capito che fuori c’erano degli ultrà romanisti». Poi i tifosi giallorossi hanno tentato l’irruzione: provando ad entrare nel locale.
LA DINAMICA – Ma a quel punto si sono trovati davanti gli inglesi, tra cui diversi hooligans, che li hanno respinti perché a loro volta cercavano invece di uscire. Nel concitato momento un tifoso arrivato a Roma da Londra, è rimasto ferito alla testa. «È stato raggiunto – ricorda anche il proprietario del locale – da una bastonata». Poi la rissa è continuata, però, fuori, in strada per alcuni minuti fino a che sul posto non è arrivata la polizia e il 118. Si lanciano bottiglie e bicchieri. I toni sono tutt’altro che pacifici. Le urla e le grida svegliano i residenti. Alcuni vengono alle mani. Ci saranno diversi feriti – come ha riconosciuto anche la Questura – ma nessuno di loro si farà soccorrere in ospedale o medicare sul posto. Nel locale non ci saranno danni, fatta eccezione del vetro della porta d’ingresso che dovrà essere sostituito. Il proprietario ha sporto denuncia per danni non superiori ai 200 euro mentre le autorità stanno ora indagando per cercare di ricostruire gli artefici e i protagonisti che hanno messo a segno il raid.
LE VIDEOCAMERE – Utili alle indagini saranno i video ripresi con i cellulari ma anche le immagini raccolte dalle telecamere dei negozi di zona. A detta del titolare e dei dipendenti si è trattato di un raid dimostrativo. In realtà, secondo gli stessi inquirenti, dietro ci sarebbe dell’altro. «Non credo cercassero lo scontro – conclude il proprietario – più che altro volevano dare fastidio, sapevano che qui nelle partite importanti vengono molti inglesi e hanno voluto far caciara». Allo “Shamrock”, locale aperto a tutte le tifoserie ma di stampo laziale, dove ieri in mattinata continuavano a essere servite pinte di birra ai tifosi del Chelsea, già in passato c’erano state aggressioni e colluttazioni durante le partite di calcio ritenute “sensibili”. Era successo, ad esempio, durante la partita di Europa League nel 2015 tra Roma e Feyenoord o durante il derby di finale della Coppa Italia tra Roma e Lazio del 26 maggio 2013.