Dieci partite per noi posson bastare. A patto di ritrovare uno spirito messo in mostra poche volte in questa stagione, per la verità. Ovvero di disputare questi ultimi match “a mille” dopo la rivoluzione messa in atto a Trigoria, fra cambi in panchina e dietro le scrivanie. Per conseguire l’obiettivo rimasto ancora in gioco: l’ingresso in una delle posizioni valide per la qualificazione alla Champions del prossimo anno. Troppo importante centrarla, anche in ottica mercato, oltre che per mantenere un elevato standard.
Lo stesso che mantiene stabilmente la Roma sul podio del campionato fin dal 2014. Dieci partite da qui al 26 maggio – ultima giornata della Serie A 2018-19 – da vivere tutte d’un fiato. Senza più soste per le nazionali, né impegni infrasettimanali nelle coppe. E con qualche piccolo vantaggio da poter sfruttare: sei gare all’Olimpico (dove Dzeko e compagni hanno invertito il trend rispetto alla stagione precedente, conquistando 28 punti su 47) e soltanto quattro in trasferta; un solo scontro diretto, a San Siro contro l’Inter alla vigilia di Pasqua, mentre tutte le altre concorrenti si incroceranno più volte, sottraendosi giocoforza punti a vicenda.
La volata finale partirà domenica pomeriggio in casa, che troveranno subito un avversario di alto livello, il Napoli di Ancelotti. Gli azzurri hanno ormai poco da chiedere al torneo, da una piazza d’onore alle spalle della Juventus cannibale che appare consolidata con un vantaggio di sette punti sui nerazzurri di Spalletti, attualmente terzi. Al di là delle certezze di classifica più o meno granitiche dei prossimi avversari, la sfida presenta due insidie fondamentali: il tasso tecnico dei napoletani, ormai stabilmente fra i primi del nostro calcio; e la rivalità che si è venuta a creare negli ultimi anni, facendo impennare il livello agonistico. (…)
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