Pensate se un giorno vi capitasse di accendere la tv e di non poter vedere i programmi di Barbara D’Urso. Oppure il Grande Fratello Vip. Lo so, sarebbe festa grande. A cui ben pochi si sottrarrebbero. Però (perché c’è un però enorme): l’unica alternativa che avete sono i canali della Rai. Quindi la doppia sconcertante esibizione della Nazionale contro Macedonia e Albania, La prova del cuoco, Che tempo che fa. Festa ridimensionata. Perché oggi che siamo circondati da canali tv, on demand, abbonamenti a siti che ci danno quello che vogliamo e quando lo vogliamo è tutto facile. Ma dovete pensare di tornare indietro di 33 anni.
“Tutte le trasmissioni sono temporaneamente sospese per motivi politici”, questa la scritta che appare praticamente sulla metà dei canali disponibili. E’ un martedì. E’ il 16 ottobre 1984. All’epoca se volevi vedere la tv c’erano principalmente o la Rai o la Fininvest. Non c’era nemmeno la possibilità di consolarsi guardando Cyndi Lauper fuggire dalla roulotte in cui viveva nel video di una delle canzoni del momento, la sua avvolgente Time after time. Perchè MTV esisteva già, ma in Italia arriverà molti anni dopo. O la Rai o la Fininvest. Ma su tutti e tre i canali Fininvest appare la scritta: “Tutte le trasmissioni sono temporaneamente sospese per motivi politici”.
Le regioni in cui avvenne tutto questo furono Lazio, Piemonte e Abruzzo. Quelle che si appoggiavano alle sedi Fininvest di Torino, Roma e Pescara. Perché a ordinare i sequestri erano stati il pretore torinese Giuseppe Casalbore e i suoi colleghi di Roma e Pescara, Eugenio Bettiol e Nicola Trifuoggi. Lì avevano base le emittenti locali che ritrasmettevano, in interconnessione, le reti. I sequestri di cosa esattamente? Sequestrarono le videocassette che contenevano le registrazioni dei programmi e sigillarono i ponti radio che consentivano a Fininvest di riversarli in tutta Italia, violando di fatto il monopolio Rai sulle trasmissioni nazionali che era stato ribadito dalla Corte Costituzionale. Per milioni di telespettatori niente Dallas, niente Bim Bum Bam, niente tarde mattinate che prevedevano nell’ordine Tuttinfamiglia con Claudio Lippi, Bis con Mike Bongiorno e Il pranzo è servito con Corrado.
Sotto accusa era proprio l’interconnessione. All’ epoca era consentita alle tv private la sola trasmissione in ambito locale, con il divieto assoluto di farlo contemporaneamente in tutta Italia. Il sistema di aggiramento era piuttosto semplice quanto artigianale: Fininvest riforniva quotidianamente le varie sedi locali con videocassette che poi venivano mandate in onda alla stessa ora. E che, tramite i ponti radio, raggiungevano tutta Italia. Piuttosto ingegnoso. Ma i magistrati non si fecero impietosire. Le reazioni all’oscuramento furono abbastanza forti. Sia da parte delle reti, che da parte dei telespettatori.
Le figure che riescono a sbloccare la situazione sono due: un politico, forse il più famoso dell’epoca, e soprattutto un personaggio televisivo. Forse il più penalizzato dall’oscuramento. Stiamo parlando di Maurizio Costanzo. Fu proprio grazie a lui che giovedì 18 ottobre Canale 5 realizzò un grande evento televisivo che, seppur limitato alla sola diffusione locale (quindi la sola zona di Roma) e sappiamo benissimo perchè, contribuì alla riattivazione. Parliamo della prima diretta di Canale 5: il titolo era Black out, conduzione affidata a Maurizio Costanzo e Corrado. La cornice era il Teatro Giulio Cesare, gremito da una folla che manifestava a gran voce il proprio volere. Infatti due giorni dopo Bettino Craxi, allora Presidente del Consiglio, approntò in fretta e furia il Decreto Salvaprivate, che consentì alle emittenti Fininvest di tornare a trasmettere.
Era sabato 20 ottobre, appena in tempo per Premiatissima. Il primo varietà di Canale 5, l’alternativa al collaudatissimo Fantastico, programma di punta della Rai. Conduce Johnny Dorelli, ci sono anche Gigi e Andrea, Ornella Muti, Gigi Sabani e Augusto Martelli. Più Miguel Bosè, che canta la sigla iniziale. Una gara tra otto cantanti femminili, che si sfidano interpretando brani di altri artisti. Vincerà Fiorella Mannoia, nel pieno di uno dei primi momenti di grande notorietà conseguente alla partecipazione al Sanremo di quell’anno con Come si cambia. La sfida degli ascolti la vinse però stavolta la Rai. Che fece il triplo di media con Fantastico 5. Dove i padroni di casa erano Pippo Baudo, Eleonora Brigliadori ed Heather Parisi. A lei era affidata la sigla iniziale, che era la sua Crilù. Canzone che in qualche modo è rimasta, se Telecinco ne usò la versione spagnola per il suo programma Vip 92 addirittura 8 anni dopo.
Pensate che, durante l’oscuramento, ogni giorno una media di 4 milioni di telespettatori rimaneva sintonizzata su Canale 5, Italia 1 e Rete 4 in attesa della ripresa delle trasmissioni. Un po’ quello che succede a noi durante la sosta del campionato. Poi improvvisamente, appena in tempo per Roma-Napoli, tutto ricomincia. Tu ovviamente devi farti trovare preparato. Per allentare la tensione fai le cose di tutti i giorni. Per esempio, vai a fare la spesa. Trovi i Grisbì in offerta e subito pensi che questo porterà a una passeggiata partenopea sull’Olimpico quella sera. Perché tanta manna tutta insieme non sei abituato a vederla. Andrà così, ma non proprio.
Il black out stavolta colpisce uno dei nostri Giulio Cesare, definizione che utilizziamo più per impersonificazione di autorità romana che per indole da accentratore di ruoli. Il riflesso incondizionato di mettere la gamba su un rimpallo al limite della nostra area fa in modo che sia Daniele De Rossi a consegnare a Insigne una delle poche palle pulite dell’intera partita. La seconda, quella che si stacca dalla testa di Fazio, trova prima Reina poi il palo. In un replay non richiesto di una situazione già vista lo scorso anno. Premiatissima? Non sembrerebbe. Il Napoli si è dimostrato superiore, ma sono stati gli episodi a fare la differenza.
Per il calcio, nel 1984, non cambiò molto. La Fininvest non aveva ancora grandi approfondimenti sportivi. Quindi i tifosi della Roma videro i servizi sulla loro squadra che perse sul campo del Milan per 2-1, con gol di Di Bartolomei (passato in rossonero), Hateley e Cerezo. Mentre quelli del Napoli riuscirono a vedere il gran gol di Diego Armando Maradona, da poco sbarcato in Italia, con cui pareggiarono 1-1 in casa della Lazio, passata in vantaggio con D’Amico. Niente a che vedere, comunque, con quello che Maradona farà nella gara di ritorno.
Resta da chiedersi come mai soltanto nel 1984 furono presi dei provvedimenti nei confronti di una situazione che si protraeva da qualche anno. Abbastanza comprensibile. Il sorpasso, in termini di ascolti, era già avvenuto l’anno prima e imbarazzò profondamente la tv di Stato. Inoltre, da alcuni mesi, i canali Fininvest erano diventati tre proprio come quelli della Rai. Perché aveva acquistato Rete 4 dalla Mondadori. La proiezione, in tal senso, era impietosa. Anche parlando in termini strettamente reclamistici, Publitalia ’80 aveva superato la Sipra, agenzia che vendeva per la Rai in regime (fino ad allora) di superprotezione. Vendeva anche spazi di giornali di partito di tutti gli schieramenti, cosa che qualche tempo dopo le venne vietato in quanto quei finanziamenti non potevano certo essere definiti volontari.
Adesso ci aspettano a Londra. Dove un po’ come noi hanno una grande televisione di servizio pubblico che è la BBC, e una serie di altre emittenti concorrenti. Channel 4, oppure quello che loro chiamano “il quinto canale”, Five. Ma la grande antagonista, la ITV, sarà mai stata oscurata?