La settimana è stata quella del confronto tra i candidati alle primarie del PD. Dibattiti televisivi continui, in uno dei quali è stato chiesto loro (precisamente a Sky Tg 24) quali poster avessero appesi nella loro camera quando avevano 15 anni. Io a quell’età ne avevo parecchi. Da Aldair ad Abel Balbo, passando per una straordinaria coreografia della Curva Sud che era proprio sopra la testata del letto. A un certo punto avevo, in maniera inspiegabile ma forse neanche tanto, anche quello degli Aqua. Ma d’altronde tutti possiamo commettere degli sbagli.
La tv fu protagonista, seppur in modo molto diverso, anche 26 anni fa. Siamo negli USA, è il 3 maggio 1991. I Nirvana avevano iniziato da un giorno le registrazioni di quello che sarebbe stato un album da consegnare alla storia della musica, ovvero l’indimenticabile Nevermind, ai Sound City Studios di Los Angeles quando andava in onda sulla CBS l’ultima puntata di una delle serie tv più seguite della storia: l’epilogo di Dallas, che teneva compagnia ai telespettatori dall’aprile 1978.
Ultimo episodio che non è il più famoso. Perché il più famoso è senza dubbio Who shot J.R.?, quello in cui il protagonista John Ross Ewing, detto J.R. (interpretato da Larry Hagman), e il suo cappello vennero colpiti da uno sparo. Ne seguì una campagna mediatica senza precedenti. La CBS usò la suspence creata dalla misteriosa pallottola per promuovere la stagione successiva. Nell’estate 1980 impazzavano le magliette con la scritta “Who shot J.R.?”. E anche quelle con scritto “I shot J.R.”. La puntata in cui veniva smascherato il colpevole fece uno share del 76% in patria, e rimane l’episodio di una serie tv più visto di sempre con 360 milioni di spettatori al suo attivo.
“Ti farò male più di un colpo di pistola, è appena quello che ti meriti”, cantavano i Subsonica nella loro Colpo di pistola. Ma è uno dei pochi versi del panorama musicale, televisivo e cinematografico che contenga quelle parole senza fare riferimenti a Dallas. Li fece chiunque. I Simpson nell’episodio Chi ha sparato al Signor Burns?. Will Smith, in una puntata di Willy il principe di Bel-Air, dichiara di essere colui che ha sparato a J.R., e anche allo sceriffo. Coinvolgendo Bob Marley e la sua I shot the sheriff. In cui si parla di uno sparo allo sceriffo John Brown, ma soltanto per legittima difesa.
Quello che in pochi si sarebbero aspettato, invece, è l’importanza sociologica che ha avuto Dallas in certe aree del mondo. In Romania, per esempio, il governo di Nicolae Ceausescu ebbe con la serie tv un rapporto abbastanza controverso. Decise di mandarla in onda con l’intento di mostrare al popolo i difetti del capitalismo americano. Ma ottenne l’effetto contrario, perché la gente si concentrò sui pregi di uno stile di vita che da quelle parti era difficile anche solo da immaginare. Un parco divertimenti chiamato Southforkscu, che si trova a Slobozia ed è l’esatta copia del Southfork Ranch (che era la residenza degli Ewing), è il tributo della Romania a una serie tv che contribuì a suo modo alla caduta del regime.
Che l’andamento degli eventi non sia stato quello che nelle intenzioni doveva essere è evidente. Perché Larry Hagman raccontò al Sunday Times (con la richiesta, rispettata, di divulgazione postuma) che durante una vacanza a Bucarest negli anni ’80 venne avvicinato da alcuni uomini di Ceausescu. Il dittatore gli chiese il permesso di poter esporre una sua gigantografia su un edificio, sfruttando il personaggio di J.R. per la propaganda del regime. Hagman, che evidentemente era entrato nella parte di J.R. molto più di quanto si potesse pensare, accettò ma solo a patto che una borsa piena di valuta pregiata venisse lasciata nei bagni per signore di un ufficio governativo. Dove effettivamente il giorno seguente la moglie Maj Axelsson la recuperò.
“Ma non pensarci più, ti ho detto di mirare, l’amore spacca il cuore, spara, spara, spara amore”, diceva Samuele Bersani nella sua Spaccacuore. J.R. non c’entra neanche qui, a spaccare il nostro cuore è vedere come la Roma affronta un derby di importanza fondamentale per questa stagione e per la prossima. Subissata senza appello agonisticamente e tatticamente. E se anche Giuseppe Giannini, uno a cui come soprannome hanno dato il Principe, esprime il suo pensiero a riguardo in toni tutt’altro che regali, probabilmente conviene approfondire.
Il Napoli è in gran forma, la distanza si è assottigliata, il calendario non è dalla nostra parte. Ma siamo ancora davanti ed è quindi tutto nelle nostre mani. C’è solo una domanda, che è sempre la stessa: chi ha sparato a J.R.?