L’Olimpico, guardando i numeri stagionali (16 vittorie in 18 partite), finora ha fatto la differenza e ha permesso alla Roma di tenersi stretto proprio il 2° posto dietro alla Juve che, con il successo di venerdì sul Palermo, si è allontanata: ora è a più 10. L’aria di casa, come ha giustamente sottolineato Spalletti, non basta però a dare per scontato il risultato. Anche perché il Torino, ospite del pomeriggio (ore 18), è stato spesso indecifrabile nel comportamento e quindi nel rendimento in queste 24 giornate di campionato. Il gap di 18 punti in classifica va dunque ignorato al momento di scendere in campo. Meglio ricordare, se proprio è necessario, il 3 a 1 dell’andata: quella sconfitta, ancora oggi, viene catalogata come la peggiore prestazione dei giallorossi. Lo stesso toscano usò concetti duri e per certi versi definitivi sull’atteggiamento non corretto dei suoi giocatori.
NUOVO SPESSORE – Il rimprovero plateale del 25 settembre, a quanto pare, è servito. Adesso, cioè 5 mesi dopo, la Roma è più squadra. Il progressi sono stati così evidenti, sia tatticamente che caratterialmente, da permetterle di essere competitiva nelle 3 competizioni in cui è ancora protagonista: raggiunta la semifinale di Coppa Italia e ipotecata giovedì la qualificazione agli ottavi di Europa League, si appresta a vivere la fase cruciale proprio in campionato. Il 2° posto va difeso, per accedere direttamente alla prossima edizione della Champions, e quindi, in attesa di sfidare domenica prossima l’Inter a Milano e di affrontare sabato 4 marzo il Napoli in casa, il Torino va trattato come tutte le altre squadre che lo hanno preceduto all’Olimpico: en plein di successi nelle 12 gare (derby compreso: in trasferta solo per il calendario) di questo torneo giocate sotto la collina di Monte Mario. La serie è di 15, se si contano le ultime 3 di quello passato.
TURNOVER MIRATO – Spalletti, sfruttando il largo successo in Spagna, sembra intenzionato a rinviare la rotazione, intervento più o meno scontato quando da un impegno all’altro passano addirittura meno di 3 giorni: prevista contro il Torino, la rimanderà a giovedì nella partita di ritorno con il Villarreal. Ma qualche novità è comunque annunciata: oltre al ritorno in porta di Szczezny, dovrebbero partire dall’inizio anche Juan Jesus, Paredes e Salah, il difensore e il regista per preservare i diffidati Manolas (c’è, però, Rudiger da valutare: affaticamento) e Strootman e l’attaccante al posto di El Shaarawy. Pure Perotti chiede spazio: se non sostituirà in partenza Nainggolan (che può arretrare da mediano), avrà la sua chance in corsa. Come magari Mario Rui. Previsti al massimo 4 cambi, per non esagerare e soprattutto rischiare come accadde con i 7 fatti nel quarto di Coppa Italia. Quella sera, con troppe facce nuove nello schieramento iniziale, il successo arrivò al fotofinish e su rigore. Esperimento, insomma, sconsigliato contro Mihajlovic che, a parte Castan lasciato fuori dalla lista dei convocati, si presenta a Roma con gli ex Ljajic, Iago Falque e Iturbe di cui è meglio non fidarsi. In più c’è Belotti che, già a quota 17 reti, sfiderà Dzeko, 18 gol, per il trono dei cannonieri (da venerdì sera il re è di nuovo Higuain, salito a 19).
PRIMA SCELTA – Il messaggio di Spalletti è stato inequivocabile: la stanchezza della gara di Villarreal può portare a qualche avvicendamento, ma non deve incidere sul comportamento di chi partirà dall’inizio. Dentro chi sta meglio e chi conosce lo spartito a memoria. Anche lui, dopo aver pagato alcune mosse azzardate (fatali quelle nel play off contro il Porto e nello scontro diretto con la Juve, ma anche in questo 2017 contro la Sampdoria), non ha certo voglia di perseverare.