A dir poco bizzarro. Da un lato sedici giocatori già a segno in campionato, quarto attacco del torneo (34 reti) e migliore reparto offensivo (24 centri) nelle gare casalinghe (un gol ogni 34 minuti) della serie A. Dall’altro Dzeko fermo a quota 2. Sì, proprio Edin, l’uomo dei 29 gol un paio di stagioni fa, il centravanti della cavalcata in Champions lo scorso anno, il miglior marcatore di tutti i tempi della Bosnia (54 reti in 97 presenze), l’attaccante capace di segnare la bellezza di 307 volte (187 nei campionati, 21 nelle coppe nazionali, 45 nelle coppe internazionali e appunto 54 con la nazionale) in carriera.
L’infortunio che gli ha fatto saltare tre gare di campionato (Inter, Cagliari e Genoa) non può essere un alibi. E le 5 reti in 2 partite in Champions non bastano. Appena due centri in serie A, rimangono sempre troppo pochi. Uno calciando di destro, l’altro di sinistro, entrambi in trasferta (Torino ed Empoli), lontano dall’Olimpico. E poi: 63 conclusioni (4,2 a gara) ma soltanto in 21 occasioni ha centrato lo specchio della porta avversaria, 2 pali oltre a 46 palle perse e appena 5 recuperate. Numeri negativi. Eppure di Dzeko non si può fare a meno.
PARTE LA RINCORSA – S’è visto a Parma: con lui la squadra gioca meglio. È chiaro che nella rincorsa al quarto posto non può bastare. Servono i suoi gol. Doppiato da Kolarov, Cristante (4) ed El Shaarawy (5), superato anche da Fazio e Under (3): c’è qualcosa da mettere a posto. Edin, dopo aver recuperato anche mentalmente grazie a questa sosta forzata dopo un periodo di iper-attività, è pronto a farlo. A far sperare Di Francesco in un pronto riscatto, ci sono i numeri della sua carriera che raccontano di un attaccante che ha (quasi) sempre dato il meglio di sé nella seconda parte del campionato: dei 185 gol realizzati in totale (non vengono conteggiati nel computo i due segnati in questa stagione, mancando il riscontro dopo il giro di boa, ndc) l’attaccante bosniaco (che ieri ha incontrato gli studenti dell’istituto Galilei) ne ha segnati 103 nei gironi di ritorno dei rispettivi tornei nei quali militato. Ossia, quasi il 56%. Dzeko è rientrato dal primo minuto nell’ultima gara di campionato prima della sosta. Ha però bisogno di giocare. Per questo motivo, contro l’Entella sarà impiegato dal primo minuto.
DOMANI INCERTO – Di questi tempi, lo scorso anno Edin era alle prese con l’offerta del Chelsea. La volontà di restare ha contribuito a farlo entrare ancor di più nel cuore dei tifosi. Oggi il bosniaco è a 18 mesi dalla scadenza del suo accordo con la Roma e vanta il contratto più oneroso della rosa. In estate più volte si era ipotizzato ad un prolungamento con la Roma. Ipotesi che non ha trovato seguito. Nessuno ha infatti contattato Dzeko e anche nelle dichiarazioni pubbliche dei dirigenti, il suo contratto non viene mai menzionato. Al netto di quanto potrà accadere a gennaio – in Premier s’è registrato un sondaggio dell’Everton – inevitabilmente a fine stagione bisognerà mettersi seduti attorno ad un tavolo e parlare. Il bosniaco il 17 marzo compie 33 anni e vuole capire che intenzioni ha la società.
Non può essere chiaramente il giovanissimo svedese Joel Persson, classe 2003 – pronto a firmare nei prossimi giorni un contratto con le giovanili giallorosse al compimento dei 16 anni – il suo erede. E si fa fatica ad inquadrarlo anche in Schick che non ha regalato le risposte che ci si attendeva. Della serie: o si continua con Dzeko oppure la Roma volterà pagina. Discorsi comunque futuribili: ora c’è un quarto posto da conquistare e un quarto di finale di Champions da raggiungere. Non dimenticando la Coppa Italia che da quando veste giallorosso lo ha visto scendere in campo appena 4 volte (con 2 reti al Cesena e alla Sampdoria). Lunedì sarà la quinta. Per ritrovare minuti nelle gambe e soprattutto il gol, che ormai manca da 82 giorni (doppietta al Cska Mosca, il 23 ottobre). Un’eternità per uno come lui.