Se ci si aspettava una Roma di Ranieri, è quella che ieri ha battuto l’Empoli 2-1 (stesso risultato dell’altro esordio dieci anni fa, sempre con una toscana, allora il Siena al Franchi) portandosi avanti col lavoro nel primo tempo con due prodezze degli attaccanti (El Shaarawy e Schick), facendosi un gol da soli (Juan Jesus, ostacolato da Marcano), e poi gestendo la gara nel secondo tempo, con un occhio al serbatoio della benzina (Zaniolo e Schick usciti con i crampi), e con un finale testaccino, per via di Florenzi ingiustamente espulso dall’inadeguato Maresca di Napoli e con un gol evidentemente irregolare (doppia scorrettezza di Oberlin: intervento a gamba tesa e respinta col gomito largo) prima assegnato da Maresca tra le proteste romaniste e poi tolto con la Var review. E ora l’Inter è a tre punti, il Milan a quattro e il Napoli a dieci.
La Roma di Ranieri Ed è stata la Roma di Ranieri sin dal primo minuto: una squadra equilibrata, compassata, poco disposta a rischiare se non lo richiede il momento della partita, quasi a dispetto dello schieramento comunque molto offensivo scelto dal tecnico per l’esordio in una fredda e piovosa serata di metà marzo. Scelte quasi obbligate per il tecnico che in difesa, davanti a Olsen, ha confermato Florenzi terzino con Santon al posto di Kolarov e in mezzo la coppia di centrali mancini Jesus (centrodestra) e Marcano, a metà campo la cerniera di Cristante e Nzonzi con due esterni d’attacco come Kluivert (a destra) ed El Shaarawy, e davanti Zaniolo a scegliere le traiettorie migliori per proporsi accanto a Schick, centravanti rinfrancato dalle belle parole del tecnico e subito protagonista. Di fronte un Empoli davvero troppo attendista, con il suo 352 che è diventato stabilmente 532, versione assai difensiva di un sistema di gioco che recentemente aveva messo tanto in difficoltà la Roma, l’ultima volta nel derby. Ma Iachini, che da Ranieri è stato allenato, ha scelto di tenere gli esterni Di Lorenzo e Pasqual a rinforzo dei tre difensori, per garantire sempre in difesa una superiorità numerica sui quattro elementi offensivi giallorossi, a costo poi di lasciare qualcosa nelle manovre offensive.
I numeri del primo tempo (…)
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