Il brindisi, fuori programma, dopo cena: la Roma, prima di scendere in campo stasera contro la Juve, è di nuovo in Champions. A spingerla, e direttamente per il 2° campionato consecutivo, è Spalletti, nella circostanza da allenatore dell’Inter: la sconfitta dei nerazzurri a San Siro contro il Sassuolo (1-2) qualifica i giallorossi che, con 4 punti di vantaggio, non possono più essere raggiunti dalla squadra del loro ex allenatore. Di Francesco, ringraziando invece solo gli ex pupilli Politano e Berardi, può dunque pensare esclusivamente a salire sul podio e a prendersi il 3° posto dietro ai bianconeri e al Napoli. Non ha insomma più bisogno di 1 punto. Quello serve ad Allegri per essere campione qui, come 7 anni fa con il Milan (1° scudetto della carriera). Ecco che la notte all’Olimpico sarà più bella e non quella già scritta del pari annunciato e del verdetto scontato. Così, con la cornice da big match (attesi 55 mila spettatori), c’è da credere a Eusebio che ha più voglia di Max di aggiudicarsi la sfida. Ne fa una questione di mentalità più che di prestigio. Non si accontenta mai, a prescindere dall’avversario e dal blasone. Il messaggio è per il suo gruppo, andando oltre il presente. E per la gente. Da rispettare, dopo essere riuscito a coinvolgerla come mai è accaduto nelle ultime stagioni. La passione ritrovata viene dal suo metodo, limpido nella comunicazione e propositivo in campo
RACCOLTO INSUFFICIENTE – La Roma, anche in caso di successo, chiuderà con il rendimento in trasferta (già 39 punti su 73) migliore di quello all’Olimpico. Di Francesco, ricordando le 6 sconfitte (7 con il ko in Coppa Italia), ha ammesso che, nel prossimo campionato, i giallorossi dovranno riconquistare il loro stadio per entrare nella corsa scudetto. Ne sono stati capaci in Champions, con 5 vittorie di fila, dal Chelsea al Liverpool, passando per il Qarabag, lo Shakhtar e il Barcellona. Non è stato così nelle 18 partite del torneo giocate nella Capitale e soprattutto contro le formazioni della parte alta della classifica. Hanno superato solo la Lazio, cadendo invece contro il Napoli, l’Inter, il Milan, l’Atalanta e la Sampdoria.
GAP DA RIDURRE – La Juve, pronta a festeggiare il 4° double di fila (campionato e Coppa Italia) e il 7° scudetto consecutivo, ha 18 punti di vantaggio. È il distacco più pesante degli ultimi 5 tornei per la Roma, piazzatasi per 3 volte al 2° posto (a – 17 nel 2014 e nel 2015 con Garcia e a -4 l’anno scorso con Spalletti) e per una al 3° (a -11 nel 2016, da dividere tra Rudi e Lucio). Di Francesco proverà ad avvicinarsi con le gare di stasera e di domenica a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Ma è stato chiaro: non gli interessano i punti. Conta essere primi. Indirettamente si rivolge al predecessore Spalletti che ancora oggi celebra il record degli 87 punti nel 2017 e più esplicitamente al presidente Pallotta che dovrà perfezionare la squadra in estate. La differenza con la capolista non è solo la mentalità. Ha inciso la rosa bianconera, doppia e superiore a quelle di chi insegue. Stasera Allegri si affiderà a Dybala, Higuain e Douglas Costa. I giallorossi, invece, avranno il tridente pesante: Under, Dzeko ed El Shaarawy. Gli allenatori si sono divertiti ad annunciare il maggior numero di titolari, dall’ex Szczesny a capitan De Rossi. Di Francesco, però, lascia l’amicizia fuori del campo. E, incassati i complimenti dal collega per il percorso in Champions, si dedicherà alla Grande Rivale di oggi e di sempre. Punta al 3° posto, da difendere economicamente e sportivamente. Ma ha già fatto centro: la priorità della proprietà Usa era arrivare tra le prime 4. Accontentata e in anticipo.