Il futuro, a Trigoria, passa inevitabilmente da una rivoluzione. A fine stagione cambierà l’allenatore e arriverà presumibilmente un nuovo ds che dovrà metter mano alla squadra. Champions o meno, uno dei reparti che verrà maggiormente intaccato è l’attacco. Dzeko, El Shaarawy, Perotti, Kluivert, Under e Schick: per cause diverse sono tutti in discussione. I motivi sono molteplici: rendimento, carta d’identità e/o aspetto economico. Partiamo con il centravanti bosniaco che vede coincidere i tre aspetti. Edin ha 33 anni, gode del contratto più oneroso del club (ingaggio lordo 8,3 milioni, 4,5 netti) che scade nel 2020 e in questa stagione è apparso in calo. Appena 7 gol in 23 presenze in campionato ai quali vanno sommati i 5 in Europa contro avversari di bassa levatura (tripletta al Viktoria Plzen e doppietta al Cska Mosca). Da tempo Dzeko è consapevole che la Roma non gli rinnoverà il contratto. Se questo influisce con il suo nervosismo in campo, non è dato sapere. Di certo c’è che a giugno l’attaccante dovrà prendere una decisione: proseguire un’altra stagione e liberarsi a parametro zero a 34 anni oppure anticipare l’addio e strappare, anche contrattualmente, un ingaggio più lungo al nuovo club.
DIEGO E IL BOCA – Lo scenario che si va profilando è il secondo. Oltre alle sirene della Premier (West Ham), l’Inter è alla finestra. Quella milanese è una meta che il bosniaco gradirebbe: rimarrebbe in Italia, giocherebbe (molto probabilmente) in Champions e riuscirebbe a strappare un ingaggio in linea con quello che percepisce attualmente. È il turno di Perotti (classe 88) che 15 mesi fa ha rinnovato sino al 2022. Il papà del calciatore nei giorni scorsi ha lasciato intendere come l’ipotesi di un ritorno al Boca Juniors non sia così peregrina: «Se Diego sta bene potrebbe tornare». Il problema, non secondario, rimane l’ingaggio: Perotti guadagna 5,2 milioni lordi (2,7 netti), somma che in Argentina si sogna. In Italia c’è il Torino che lo corteggia da tempo ma l’ipotesi non è mai decollata. Tocca al duo El Shaarawy e Under. I due vanno accomunati perché entrambi sono in attesa del rinnovo. Il Faraone – top scorer in campionato con 9 reti – percepisce 3,7 milioni lordi (2 netti) e ha l’accordo in scadenza nel 2020. Il turco (out dal 19 gennaio), invece, è uno degli elementi della rosa che guadagna meno: appena un milione netto (1,9 lordo) sino al 2022. L’attesa del club nel mettersi seduto e intavolare una trattativa, è indice che al momento la Roma vuole prima capire come andrà a finire la stagione. Soprattutto Under ha offerte dall’estero e potrebbe rivelarsi prezioso in ottica plusvalenze. Ci sono poi Schick (3 gol in 19 partite) e Kluivert (1 rete in 21 gare). I due continuano a deludere. L’ultima prova di Ferrara, è la fotografia della loro stagione. Se il giudizio fosse semplicemente tecnico, anche loro rischierebbero la permanenza nella capitale.
MONCHI, CENA CON I DIRIGENTI – Ma nel gioco delle plus/minus valenze, è molto probabile che invece l’attacco della Roma possa ripartire proprio da loro. L’aspetto anagrafico gioca a favore dei due (23 e 19 anni) e anche quello economico non è secondario. Se la volontà del club è abbassare il monte-ingaggi (ora a quota 92,7 milioni) avere a bilancio due attaccanti che guadagnano 2,5 e 1,8 milioni netti, sarebbe una buona ripartenza. A giugno, poi, si aggiungerà il rientro di Defrel che difficilmente la Sampdoria riscatterà. Sette gol in campionato, il francese ha mercato sia in Italia che in Inghilterra e Spagna: trovargli (eventualmente) una sistemazione non sarà un problema. Chissà se di questo o altro avranno parlato Monchi e Massara, intercettati ieri mattina in un bar in zona Mostacciano-Torrino. E la sera, l’ex ds è stato a cena con tutta la dirigenza della Roma in un ristorante sulla Salaria.