(PREMIUM SPORT) “Indipendentemente dal Napoli, dobbiamo sempre fare bene ma serve continuità. Il torneo dura 38 partite, si può vincere anche all’ultimo, la Roma ancora non è continua e dobbiamo ritrovare quella continuità che ci ha contraddistinto l’anno scorso”.
Spalletti? “Peccato che il giorno prima si diceva che avevamo offerto il rinnovo… sono sciocchezze quelle che si sentono, lo stimiamo e ci aspettiamo che resti con noi anche in futuro. Lui ha voluto dare un messaggio alla squadra, i contratti devono essere meritati attraverso i risultati”.
Campionato? “La Roma deve fare la Roma, la squadra è stata costruita per essere competitiva, il valore è elevato ma dobbiamo dimostrarlo poi alla fine si faranno i conti. La Juventus parte in vantaggio perché è abituata a vincere ma dobbiamo provarci. Ci sono statistiche in cui non siamo primi e dobbiamo lavorarci. Manca equilibrio emotivo e psicologico che si riflette in alcune partite”.
Ci sono tanti numeri positivi: 14 gol segnati, miglior percentali di tiri nello specchio ma solo 11 punti in classifica. Come se lo spiega? “Evidentemente ci sono altre statistiche in cui non siamo primi è evidente, vuol dire che facciamo qualcosa bene e qualcosa no dobbiamo lavorare su ciò che non facciamo bene. Sicuramente manca equilibrio, anche dal punto di vista emotivo e psicologico, che in alcune partite si riflette anche sull’equilibrio in campo”.
E’ possibile che ogni tanto la Roma si specchia un po’ troppo? “Può sembrare, ma non so se sia così. Sicuramente ci sono momenti in cui cala la tensione e la voglia di vincere, che deve diventare un’esigenza. In questa città c’è l’esigenza di essere all’altezza delle aspettative. C’era una bella frase del presidente Sensi dell’anno del terzo scudetto: “Abbiamo l’esigenza di vincere”. Io la replicherei: c’è l’esigenza di vincere o quantomeno di essere all’altezza di giocarsi la vittoria. Questo deve essere sentito da tutti i giocatori, a volte questi cali di tensione fanno pensare che ancora non sia sentita questa esigenza”
Totti? “E’ un giocatore speciale, a mio avviso il più forte della storia del calcio italiano e ce lo godiamo. Ma non possiamo nasconderci dietro la figura di Francesco, tutti i giocatori devono prendersi le proprie responsabilità”.