Indisponibile solo Vermaelen, che speriamo di riavere in campo la prossima settimana.
L’inter squadra a due facce, partite bene altre no. E’ difficile preparare una partita così? “Noi anche non abbiamo mandato segnali ben precisi, è fondamentale dimostrare ciò che siamo noi. Ultimamente ci stiamo allenando bene, abbiamo fatto una buona partita e siamo sulla strada giusta; certo, va data un’occhiata anche agli avversari, e l’Inter è una squadra forte, per cui c’è da stare all’erta”.
Roma miglior attacco ma tanti gol subiti. “Mancano una serie di comportamenti o di numeri che non sono quelli su cui si basano tutti, perché ci sono delle cose importanti come la gestione della palla, dei gol, degli assist, è vero; ma ci sono anche delle cose di cui non si parla che però danno una risultanza importante, come i raddoppi di marcatura, la copertura delle linee di passaggio, l’andare al di là della linea difensiva: sono dei numeri che non vedo mai scritti ma che hanno un’importanza notevole nella gestione della partita. Molti non sappiamo cosa succede dove non c’è la palla, ed è grave”.
Cosa pensa di De Boer? “E’ una persona seria. Va lasciato lavorare, ha iniziato ora e sono convinto che farà veder il suo valore. Ha già preso delle posizioni scomode dove evidenzia di avere personalità e sicurezza del proprio ruolo. Ci sono delle situazioni e delle tempistiche che nel calcio non collimano: se si fa un progetto di lavoro a sei mesi, o a otto mesi, per dire, non è detto che nell’arco di quel tempo succedono tutte le cose che si vogliono, dunque una settimana si dice ‘quello è un incapace’ e una settimana dopo ‘quello è un fenomeno’, per chiudere giornalmente le notizie”.
C’è una ‘totti-dipendenza’, e pensa di farlo giocare ancora? “La formazione non si dice per non dare vantaggi a una squadra già forte. A giugno volevate fargli fare il tour dell’ultima partita in tutti gli stadi, adesso invece lo volete titolare in un match importante: se si stesse a metà tra le due cose si troverebbe la soluzione a tutto. Francesco sta bene, però ci sono altri numeri – che voi non conoscete – di cui devo tenere conto”.
De Boer vuole l’Inter aggressiva. E’ un vantaggio per voi? “Dipende se sapremo sviluppare il nostro gioco in velocità: io preferisco se una squadra mi attacca così ho più spazio dietro la linea difensiva, però se poi ti attaccano bene ti subentra un po’ di timore nella gestione della palla. Bisognerà essere pronti a tutte le fasi del gioco”.
E’ mai stato vicino ad allenare l’Inter? “Ho allenato le squadre che mi hanno cercato”.
Questi numeri di cui parla, sono buoni, ottimi, scadenti? “No, evidentemente le addizione di tutti questi numeri non è sufficiente ed è inferiore a quello della Juventus”.
Totti può giocare una partita a ritmi alti come quella di domani? “Chi fa bene per la squadra viene preso in considerazione, lui ha fatto bene ed è stato preso in considerazione. Totti è dentro la squadra, ha una continuità di lavoro e lo prendo seriamente in considerazione, stando però attento agli altri numeri a cui la stampa alludeva quando diceva che Totti avrebbe smesso”.
E’ più felice o preoccupato che la sua squadra giochi bene, o comunque meglio, solo quando c’è un giocatore di 40 anni in campo? “Mi fa solo piacere se la squadra migliora. Sono preoccupato degli altri giocatori: tutti hanno parlato della punizione di Totti su cui ha segnato Fazio, ma nessuno ha parlato dell’ottima azione di Iturbe che ha scaturito quella punizione. Non viene dato valore agli altri per le stesse situazioni altrettanto importanti per la squadra. Per il resto, se Totti fa più giocate sono solo contento”.