“Sapere quando pressare e quando lasciare campo è una qualità delle squadre forti. Nel primo tempo non siamo stati bravi, non abbiamo trovato il tempo di difendere andando in avanti. Avevamo deciso di marcare Bonucci e a volte ci avevano creato problemi perché siamo stati lunghi, soprattutto Sturaro si metteva dietro Paredes o dietro Rudiger. Siamo stati poi bravi a non perdere la testa. Hanno dimostrato di avere delle qualità, a mente lucida hanno letto le situazioni, sapendo quando pressare e quando tornare a casa. Siamo stati corti, compatti. El Shaarawy e Salah hanno poi ripartenza individuale per 70 metri, hanno fatto delle belle scorribande. C’è stata anche un pochino di fortuna, tanto carattere, siamo stati tignosi stasera. La tigna è il nome e cognome del gioco del calcio, parte tutto da lì. Alcuni giocatori ce l’hanno, altri no e andarla a ricercarla ogni mattina è faticoso e vai a perdere qualche partita. I giocatori della Juventus a volte ce l’hanno anche doppia, la tigna”.
Cosa resta di questa partita? “Basta vedere lo stadio, poche volte è successo. Tutti hanno partecipato. A volte era pieno ma c’erano delle rimostranze e quindi non erano dentro col sentimento. Oggi, invece, vedere tutti i tifosi uniti è stato molto bello”.
Una forzatura dire che la Roma punta allo scudetto? “No, sono abituato a molto peggio. La matematica dice questo ma quando c’è un’insidia la Juve torna a essere una squadra che non concede nulla”.