È la bestia nera. Anzi, la bestia bianconera. Perché la Juventus non è solo la squadra contro cui la Roma ha perso più partite (81) nella sua storia in Serie A (con 49 pareggi e 39 vittorie); non è solo la squadra contro cui la Roma è rimasta a secco nelle ultime tre gare (e in cinque delle ultime sei: e solo una volta i giallorossi non hanno segnato in quattro sfide di fila contro i bianconeri in A, tra il 1948 e il 1949); non è solo la squadra che ha uno stadio in cui non sei riuscito ancora a fare un punto; e non è solo la squadra che ha vinto gli ultimi otto campionati, nel corso dei quali ben tre volte ha avuto la Roma come prima rivale.
Ma la Juventus è pure la squadra che popola da sempre i nostri incubi per come incarnava il potere virtuale prima del gol di Turone e per la disinvoltura con cui ha reso carnale quel fastidio dopo quel gol, con i centimetri di Boniperti che sono diventati i metri di Moggi e di quel sistema che ha avvelenato le falde del calcio italiano, con quei diseducativi slogan antisportivi che hanno solleticato la pancia del tifoso e scavato un solco che poi le vittorie vere (nel senso di giuste, e la Juve, soprattutto negli ultimi anni, se n’è meritate parecchie) hanno reso incolmabile.
Così oggi la Juve è quel modello che non vorremmo avere, ma che c’è e alla fine che guardi anche con un po’ di invidia. Tanto da provare a portare qui l’uomo che cominciò quel ciclo di otto anni e che invece alla fine si è pure negato. E se Conte poi andrà all’Inter al danno si aggiungerà pure la beffa.
Atalanta e Milan volano (…)
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco