E’ vero, non contava nulla. Ma forse solo sulla carta, perché quella di Plzen era una di quelle sfide invece cariche di significato. Per vedere se il suicidio di Cagliari era solo estemporaneo o meno, per capire se la Roma potesse dare segni di ripresa o per intuire anche se il futuro dei giallorossi può scrivere ancora pagine importanti o meno. Ed invece anche la trasferta in Repubblica Ceca ci ha restituito un mondo di dubbi e tanti segnali negativi. Perché la squadra di Di Francesco anche in questa occasione è sembrata senza anima, senza voglia, senza carattere. E alla fine i due gol cechi sono arrivati entrambi su disattenzioni difensive (stavolta i disastri sono firmati Santon), intervallati dalla rete di Under che aveva pensato che almeno questa volta si potesse tornare a casa con qualcosa di diverso.
LE SCELTE — Di Francesco ha dato fiducia a Mirante, Santon e Pastore, confermando in mediana Nzonzi e Cristante, più per mancanza di alternative che per scelta. Ma se il portiere non ha grandi colpe, Santon e Pastore hanno fallito clamorosamente. Il difensore, come detto, ha ampie responsabilità in entrambi i gol, con le mancate chiusure difensive su Kovarik, che sul primo gol insacca di piatta, sul secondo si fa parare il tiro da Mirante, ma con Chory pronto a ribadire in rete. Eppure nel primo tempo i giallorossi sembravano poter essere in controllo, anche se poi di grandi pericoli ne avevano creati davvero pochi. Anche perché, appunto, Pastore sembra la controfigura di un giocatore di calcio, sia per forza sia per intensità. Così, anche nel primo tempo, l’occasione clamorosa per passare ce l’ha proprio il Viktoria al 39′, con Kopic che a porta vuota arriva in ritardo di un soffio sull’assist di Kovarik (pericoloso già al 26′).
LE DEFAILLANCE — Poi succede che il Cska Mosca va sopra di due gol a Mosca e allora il Viktoria abbandona l’atteggiamento timido e rinunciatario e inizia a salire come baricentro del gioco. Paradossalmente, però, è proprio in questo momento che la Roma ha le sue occasioni migliori con Pastore (tiro alle stelle da buona posizione) e Kluivert (deviato in angolo da ottima posizione). Poi Schick reclama un calcio di rigore e l’impressione è che abbia anche ragione. Il tempo di rifletterci su che il Viktoria passa con Kovarik, rete però annullata immediatamente dal colpo di biliardo di Under (su assist di Santon, a parziale riscatto dei due errori difensivi). Poi arriva il 2-1 di Chory e il passivo potrebbe essere anche più pesante se Petrezla non sprecasse sul primo palo, dopo essersi inventato la giocata nello stretto su Marcano. Prima del fischio finale c’è ancora spazio per un destro dal limite di Cristante di un soffio fuori. Ma sono fiammate e basta. L’impressione è che alla Roma ancora una volta sia mancato il carattere e il coraggio. Adesso c’è il Genoa, quella è una gara vitale per tutti.