Da agosto ad aprile, dai tre gol in casa con il Porto a quelli con la Lazio, dall’eliminazione dalla Champions a quella dalla corsa scudetto: la costante di questa stagione giallorossa, al netto di un campionato che l’ha vista sempre sul podio, è stata l’incapacità di vincere le sfide decisive. Olimpico o trasferta, nelle gare da dentro o fuori o che contavano più dei tre punti, la Roma ha sempre fallito: Porto, Lione, Lazio in Coppa Italia e in campionato, Juve e Napoli, in 13 partite un solo passaggio del turno (contro il Villarreal) e due sole vittorie in campionato, nel derby d’andata e con i partenopei al San Paolo, con la difesa imbattuta appena due volte.
MENTALITÀ – Non si può parlare, evidentemente, di problema fisico, perché la Roma ha perso 3-0 col Porto il 23 agosto e ha perso ieri il derby, ma di tenuta mentale forse sì. L’ossessione per la vittoria, che Spalletti ha riconosciuto e da un anno e mezzo sta cercando di inculcare nel gruppo, non trova riscontri quando la posta in palio si alza. In Europa, la Roma ha superato il facile girone di Europa League, ha stravinto con il Villarreal in Spagna (4-0) e ha perso al ritorno 1-0, in una partita insignificante, mentre dopo essere stata sconfitta 4-2 a Lione non è riuscita a rimontare, pur vincendo 2-1.
INCUBO LAZIO – In Coppa Italia non è andata meglio: passeggiata con la Samp, vittoria di misura col Cesena, k.o. con la Lazio per 20 all’andata e vittoria inutile, a qualificazione andata, al ritorno. In campionato, ottimi successi a Napoli (31) e nel derby d’andata (20), ma al ritorno sconfitta con entrambe. A dicembre, poi, la Roma è uscita senza punti dallo Juventus Stadium, in quella che sarà ricordata come la partita con Gerson titolare: «Ha giocato bene», disse Spalletti. Evidentemente non era poi così convinto, visto che poi il brasiliano non ha più visto il campo.
PARADISO O PURGATORIO – Ora, con lo scudetto andato e il 2° posto da difendere, la Roma ha Juve e Genoa in casa, Milan e Chievo in trasferta. Quattro partite, quattro finali, con la speranza di invertire la tendenza di questa stagione e conquistare la piazza d’onore. Non sarà il paradiso e neppure un risultato così eccezionale (dal 2002 la Roma è arrivata seconda 8 volte su 15, praticamente un anno sì e uno no), ma almeno un buon modo per chiudere il nono anno di fila senza trofei.