Tutto pronto per il derby “vecchia maniera”, stasera all’Olimpico alle 20,45. Il tifo organizzato giallorosso rimetterà piede dopo un anno e mezzo di “sciopero” e proteste nella Curva Sud dove sono state ormai completamente rimosse le barriere divisorie, la raccomandazione rimbalzata sui social è perentoria: «Ogni tifoso porti una bandiera o un vessillo e tanta voce per gridare». Torneranno le coreografie, quelle «che alcuni dei nostri giocatori – come ha ricordato mister Luciano Spalletti in conferenza stampa – non hanno ancora mai visto girandosi verso la Sud», ma tornerà anche l’incubo di scontri e guerriglie. Ieri sera i biglietti venduti erano 45 mila circa (16 mila sul fronte biancazzurro) e le previsioni portano a credere che alla fine saranno staccati 50 mila tagliandi, mentre all’andata della semifinale di Coppa, il 1 marzo, sugli spalti c’erano appena 28 mila spettatori. Massime le misure di sicurezza.
MILLE AGENTI E STEWARD – Un migliaio gli agenti schierati. Già da ieri sono iniziate le operazioni di bonifica fuori e dentro lo stadio, messo a punto il dispositivo che prevede l’individuazione e identificazione tramite le telecamere di qualunque sospetto che si aggiri nell’area dell’Olimpico; nei controlli saranno utilizzati i cani anti-sabotaggio, le pattuglie a cavallo di carabinieri e polizia, mentre già da giorni le “orecchie” di Digos e nucleo informativo sono ben aperte e pronte a captare qualsiasi segnale di pericolo. Dalle 18 di oggi saranno chiusi il Ponte Duca D’Aosta (in passato teatro di agguati e “puncicate” fra tifosi) e via dei Robilant e già dalle 13 partiranno le rimozioni dei veicoli lasciati nelle aree di parcheggio riservate. Quella tra via del Baiardo e viale di Tor di Quinto e quella di via della XVII Olimpiade, ai laziali; quelle di “Cipro” e “Clodio” ai romanisti. Super-presidiati o punti di ritrovo delle tifoserie, a Ponte Milvio (laziali) e al Ponte della Musica (giallorossi). Imponenti le operazioni di filtraggio e pre-filtraggio ai cancelli (apertura ore 18), anche i metal detector. Attenzione ai possibili movimenti dei supporter dell’Austria Vienna e dei polacchi del Wisla Cracovia gemellati con la Lazio, alcune decine dei quali sono date in arrivo nella Capitale e per i tedeschi del Werder Brema e del Lokomotive Lipsia gemellati con la Roma. Un esercito di almeno 800 steward sarà schierato sui gradoni.
DOPO IL TRAMONTO – L’allerta è alta non solo perché, appunto, il tifo dei grandi eventi ricomparirà compatto (la Curva Nord era già rientrata al derby di andata del campionato) ma anche perché si giocherà ancora una volta una stracittadina in notturna. Il tabù era caduto già nel match di andata Lazio-Roma, finito 2 a 0, ma era dall’8 aprile del 2013 che il derby non si disputava dopo il tramonto: allora già prima della partita c’erano stati 8 accoltellati e un intero quartiere, il Flaminio, fu tenuto sotto scacco dalle frange più violente del tifo.
L’ENDORSEMENT – L’altra notte, intanto, sono apparsi in due luoghi simbolo della Capitale, in via degli Annibaldi con sfondo il Colosseo, e lungo il Muro Torto, due striscioni di “endorsement” della galassia degli ultrà giallorossi al ministro dello Sport Luca Lotti (“Lotti: Roma giallorossa ti ringrazia” e “L’intelligenza di un uomo abbatte tutte le barriere, i romanisti tutti con Luca Lotti”), l’uomo che di fatto ha consentito col suo pressing di arrivare alla decisione: un’inversione di rotta totale rispetto alle prese di posizione del Viminale che, nell’estate del 2015, innalzò le vetrate alte 2,20 metri. Per incassare direttamente il plauso degli ultrà, Lotti stasera sarà allo stadio, lui che è vecchio amico di Spalletti (entrambi empolitani doc) e che tifa Milan.
APERTURA DI CREDITO – Ma per i tifosi la rimozione delle barriere non è una cambiale in bianco. Lo ha ribadito in più occasioni anche il neo-questore Guido Marino, che ieri ha presieduto il tavolo tecnico sulla sicurezza. «Sarà il comportamento dei tifosi a guidare il percorso di “normalizzazione”», ha ripetuto fin dall’insediamento. Solo qualche giorno fa il Capo della Polizia ed ex prefetto, Franco Gabrielli, commentava la “retromarcia”: «Ci attardiamo sulle barriere, ma poi vediamo cosa è avvenuto in Sardegna e in altre parti, dove gli stadi di calcio sono diventati luoghi da FarWest».