Chiami Miki Konsel e per prima cosa si scusa per il suo italiano. Poi però, quando gli chiedi di Di Francesco e del periodo che sta vivendo la Roma, le parole escono forti e chiare. Nel momento del bisogno gli amici si fanno sentire, e Konsel di Di Francesco è amico. Non c’è la quotidianità, ma stima e affetto sì. E non solo perché hanno giocato insieme vent’anni fa. «Sappiamo quanto la passione di Roma possa essere bella e stimolante. I tifosi però devono avere pazienza: la Roma è in buone mani».
PAZIENZA FINITA – Appunto: i tifosi ne hanno ancora, di pazienza? A due giorni dalla sconfitta con il Milan, terminata l’emergenza neve, le radio, che poco piacciono a Pallotta, sono a pieno regime. E a pieno regime i romanisti sfogano il loro malcontento: allenatore, giocatori e società, tutti sul banco degli imputati. C’è però qualcosa che colpisce, rispetto al passato, anche recente: la critica verso Di Francesco c’è, e a tratti è anche molto feroce, ma in pochissimi ne chiedono la testa. Dopo 6 allenatori in 7 anni la voglia di cambiare ancora è davvero poca. «Bisogna dar modo alle persone di lavorare – dice ancora Konsel –. Penso che Eusebio meriti fiducia, anche se poi sono i risultati che giudicano. Ma Roma, per quanto complicata, sa riconoscere la gente di valore». Vero, ma è vero anche che ormai le crisi sembrano diventate una costante nella vita dei romanisti. Questa poi va avanti pure da un bel po’. E allora, che fare? C’è chi sembra aver perso le speranze: «Ormai manco mi arrabbio più. Speriamo solo di arrivare quarti, così non vendiamo mezza squadra». E c’è pure chi dice che «Di Francesco si può salvare solo se mette in campo tutti ragazzini e fa fuori gli altri. Fino a che questi signori guadagneranno 4 milioni e nessuno gli dirà niente, non saremo mai liberi». Libertà o no, la sconfitta col Milan è stata digerita veramente a fatica, soprattutto visto l’enorme divario con i rossoneri degli ultimi anni. «Solo noi non riusciamo a tirare fuori la grinta che hanno loro da quando c’è Gattuso», uno dei tanti sfoghi nelle varie emittenti. I giocatori sono ritenuti responsabili come e quanto la società, si riparla del video di Nainggolan, dell’incidente di Peres, il mercato è sotto accusa, così come la tournée americana («ci vorrebbe un mese di montagna, come fa Sarri», un altro dei mantra dell’etere) e, ovviamente, l’assenza di Pallotta. L’unico a salvarsi è Alisson: Konsel dice che è «davvero forte, la Roma ha una fortuna incredibile nell’avere un portiere di questo livello ed è stata brava a prenderlo senza pagare una follia», i tifosi se lo coccolano, divisi tra il timore di perderlo causa plusvalenza e la speranza che continui a metterci sempre una mano. Magari aiutato anche dall’alto, come gli scrivono su Instagram: «Visto che stai sempre a prega’, vedi un po’ de chiede qualcosa».