Con la testa fasciata e gli occhi gonfi di lacrime, Roma e Napoli si prsentano in veste dimessa a questo anticipo del sabato, che ha perso parte del suo fascino dopo il comune scivolone in Coppa Italia, dove ormai è quasi proibitiva la speranza di ribaltare nel ritorno una sorte che appare già segnata. Al passo falso nel derby, ha risposto con lucida eleganza Luciano Spalletti, riconoscendo le difficoltà di una rimonta che il 2-0 ha reso molto problematica, se non impossibile. Giusto dare atto, dunque, all’onestà del tecnico giallorosso, che contrasta con il piagnisteo dei napoletani dopo la netta sconfitta allo Juventus Stadium. Spesi fiumi di lamentele che non hanno tante giustificazioni, visti i meriti dei bianconeri in quella sfida.
Una capolista che sta onorando il suo ruolo di favorita e che ha a tiro un prestigioso primato, quello di sei scudetti consecutivi, un numero che non ha precedenti negli annali del calcio nazionale. Recriminazioni che hanno avuto come protagonisti gli attori più disparati, dai giocatori ai dirigenti, passando per le istituzioni, con una durezza che è andata ben oltre il lecito. Sarebbe utile smorzare i toni, perché non sono stati gli arbitraggi a influenzare in modo determinante i recenti confronti nell’alta classifica e in Coppa Italia. La Juve, quindi, si gode un predominio ostentato su più fronti, ed è attesa domenica da un compito non semplice, ma sicuramente non proibitivo, sul campo di Udine, dove non perde da sette anni. Può godersi l’anticipo romano, in programma nel primo pomeriggio per motivi di sicurezza, al quale restano legate le residue velleità delle due protagoniste di raggiungere l’obiettivo di quel secondo posto, che sarebbe del tutto onorevole, una volta accettata la resa nei confronti dei bianconeri torinesi.
Arrivano alla sfida dell’Olimpico due squadre con il morale sotto i tacchetti, e non soltanto per le poche speranze rimaste di ribaltare in Coppa Italia il risultato di una partita di andata infelice. Ma se per i ragazzi di Spalletti, la caduta nel derby ha il sapore sgradevole della novità inattesa, le difficoltà del Napoli affondano radici in un arco temporale più esteso. Difficile, anche per questa ragione, giustificare il can can sollevato dai napoletani, che in Champions avevano mostrato grossi problemi nell’affrontare rivali di alta qualità, perché pure la sconfitta di Madrid lascia pochi dubbi su chi supererà il turno nella massima competizione europea.
Reso il doveroso omaggio all’onestà e al realismo di Spalletti, resta la perplessità per la prestazione offerta dai giallorossi contro gli avversari cittadini, che conferisce a questo anticipo più avvilimento che reali richiami, sotto tutti i punti di vista. Festeggia mille panchine tra i professionisti, Zeman, che aveva regalato al Pescara la prima vittoria stagionale sul campo, ad alimentare l’illusione, l’ennesima della sua carriera, di una salvezza probabilmente divenuta impossibile, dopo la mancata riprova nella Bentegodi clivense. La Lazio chiuderà la domenica a Bologna, dove si presenta da favorita grazie alla vena recente, testimoniata dai risultati positivi. Sul piano tecnico, le maggiori attrattive del turno sono offerte dalla difficile trasferta della Fiorentina sul campo di un’Atalanta che forse rappresenta la più gradevole novità del momento.