Uno sfogo durissimo, a voce alta, inequivocabile. La sconfitta con la Spal a Ferrara ha fatto male a Claudio Ranieri, che però prima di presentarsi ai microfoni e manifestare quella rabbia, l’aveva trasferita ai calciatori con decisione: “Forse non l’avete capito: avete finito gli alibi”. Un messaggio netto, chiaro: la responsabilità, adesso, è soltanto della squadra.
Una posizione rigida, inflssibile e che ricalca quella della società. Che negli ultimi dieci giorni s’è presa la responsabilità dei propri errori correggendoli: via Di Francesco, l’allenatore che molti giocatori avevano evidentemente scaricato con le loro prestazioni. Via Monchi, il ds responsabile di aver costruito la squadra che non gira. Ora però quella squadra che nei corridoi non si nascondeva nemmeno troppo per veicolare il proprio scetticismo sulla guida sportiva, non ha più scuse. E il nuovo allenatore ha voluto ricordarlo a quei calciatori che non hanno brillato per impegno a Ferrara. Ranieri si aspettava di più dai campioni con stipendi altissimi apparsi inutilmente nervosi ed egoisti. Dai campioni apparenti pagati come tali ma che come tali non rendono e forse non hanno reso mai. E lo ha detto a loro, direttamente, con urla filtrate oltre le mura dello spogliatoio dello stadio Mazza. Ma pure a microfoni aperti, dove ha puntato sul fatto che “lo stipendio bisogna meritarselo”.
Non un caso: se il club ha cambiato tanto, dopo l’eliminazione in Champions, non ha cambiato tutto. “Senza Champions in parecchi dovremo andarcene”, ha detto Ranieri. Ma è un messaggio parziale: il club valuterà l’impegno e a giugno, quando il margine operativo è più ampio, deciderà chi meriterà di restare alla Roma: a prescindere dalla Champions, sono tanti oggi quelli che non hanno dimostrato di tenere all’idea di giocare ancora con la maglia giallorossa. Di certo, il messaggio che tutti stanno cercando di far filtrare nello spogliatoio, è che con l’addio di Monchi – tornato al Siviglia, lunedì alle 13 sarà presentato – l’aria è cambiata. E che la tolleranza verso certi atteggiamenti è finita. Un cambio di rotta a cui – lo dicono i risultati – la squadra sta facendo resistenza. Per questo sono pronti i tagli, che però non vogliono dire ridimensionamento: certo bisognerà tagliare i costi, visto che il manager spagnolo ha lasciato una squadra che pesa annualmente per 240 milioni, tra stipendi e ammortamenti. Un’occasione in più per rinunciare a chi non sarà ritenuto funzionale a un progetto di rilancio.