Di Borisov, nella storia di un club ambizioso, ne basta e ne avanza una. Eusebio Di Francesco, all’epoca della sconfitta romanista contro il Bate (2-3, 29 settembre 2015), allenava il Sassuolo ma, di sicuro, non si sarà perso quella partita in tv. Così, anche se sabato sera gli hanno dovuto mettere dieci punti di sutura alla caviglia a destra, Diego Perotti salirà stamattina, insieme ai compagni, sull’aereo per Baku, dove la Roma è attesa alla partita di Champions contro il Qarabag (alle 18 ora italiana). Chiaro segnale di quanto l’allenatore tenga alla partita e messaggio chiaro a tutto il gruppo: prendere sottogamba l’avversario, anche se ha perso 0-6 alla prima contro il Chelsea, sarebbe l’anticamera per un’altra figuraccia. Non ci sarà, invece, Hector Moreno. Il messicano è rimasto a casa per un problema alla coscia sinistra («modesta quota di edema post-distrattivo nel muscolo semitendinoso»). Per lui, come è successo per Schick, siamo già al secondo stop stagionale di natura muscolare.
Il Qarabag è pronto a riempire il suo nuovo stadio, ricalcato sull’Allianz Arena di Monaco, per il debutto assoluto in Champions. In quello «vecchio», contro i danesi del Copenaghen, c’erano stati 31mila spettatori. Stadio che, secondo le parole dell’a.d. Umberto Gandini a Radio 1, cambierà anche le sorti della Roma: «Dopo essere arrivati secondi l’anno scorso, a meno quattro dalla Juve, è doveroso giocare per vincere il campionato. Il percorso è lungo, l’obiettivo è sempre lo stesso: fare il massimo in tutte le competizioni. La vendita di Salah e Ruediger? Tutti vendono giocatori, la nostra non è un’attività straordinaria. Nel nostro caso ci sono risvolti finanziari, ma sono anche decisioni tecniche: dal modo di giocare dell’allenatore al desiderio di un calciatore di fare un’esperienza diversa. Questo, però, verrà limitato dalla crescita dei ricavi. Tutti in Italia, a parte la Juventus, sono alla ricerca di nuove fonti di ricavo. La Roma le ha individuate nello stadio, che sarà un volano importante, dando maggiore credibilità a tutto i progetto». Sarà la volta buona?