Un rifiuto, un dietrofront imprevisto. Questo ha determinato la smagliatura del bilancio che la Roma ha dovuto spiegare ieri mattina alla commissione Uefa di controllo sul fair play finanziario. La strategia della Roma per raggiungere il break-even prevedeva la cessione di Manolas entro il 30 giugno, con una plusvalenza che avrebbe sistemato i conti, ma il cambio di programma con il rapido dirottamento su Rüdiger ha impedito al direttore finanziario Giorgio Francia di arrivare a dama.
DUE ORE – Di poco però. Si tratta di un’irregolarità di una manciata di milioni rispetto ai paletti del fair play che – è bene ricordarlo – non richiede il pareggio del bilancio assoluto ma lo “zero” tra ricavi e costi al netto di imposte e investimenti su infrastrutture e settore giovanile. Quindi il -42 contabilizzato nell’ultimo esercizio è un risultato economico negativo ma non determinante in questo contesto, come la stessa Uefa ha verificato nelle due ore di riunione in Svizzera. In un clima sereno la Roma ha presentato i suoi documenti che attestano un percorso virtuoso di tre anni, dal giorno del cosiddetto settlement agreement (l’accordo di patteggiamento) del maggio 2015 in poi, che soltanto un problema imprevisto dell’ultimo momento ha impedito di completare.
BUDGET – L’ad Gandini e il dg Baldissoni, che sono tornati a Roma già in serata, hanno anche svelato come intendano rispettare l’obiettivo il prossimo 30 giugno, osservando che anche la finestra trasferimenti di gennaio, come la precedente, è stata chiusa con un consistente saldo attivo grazie alle cessioni di Moreno e, soprattutto, Emerson, che ha garantito al bilancio una robusta plusvalenza.
STRATEGIA – Le parti, alla fine del colloquio, si sono salutate cordialmente. L’Uefa dovrebbe pronunciarsi tra aprile e maggio con una sentenza, che dovrà tener conto necessariamente anche delle posizioni degli altri club ispezionati per problemi finanziari. La Roma si sente abbastanza tranquilla: spera di cavarsela con una multa o, al più, con una sanzione simile a quella di tre anni fa, quando la rosa eleggibile nelle coppe europee venne decurtata di tre calciatori (da 25 a 22). In ogni caso il percorso di risanamento del club non è terminato. Entro il 30 giugno, a meno che il direttore marketing Danovaro non trovi uno sponsor fuori mercato, a meno che la squadra non riesca a fare molta strada in Champions League, sarà necessario un altro sacrificio tecnico, il quinto in un anno solare dopo Salah, Rüdiger, Paredes ed Emerson. Tutti gli indizi portano a ragionare sul portiere Alisson che piace al Real Madrid: in questa trattativa Monchi potrebbe avere in cambio il centrocampista Kovacic come parziale contropartita.