Come se niente fosse accaduto nelle ultime giornate del campionato, la Roma scopre improvvisamente di scendere in campo per lo scudetto. Che ora, a sentire il trasformista Spalletti, è il titolo da assegnare a chi arriva dietro alla Juve. Così il toscano, per non essere da meno del suo predecessore Garcia che, nelle prime 2 stagioni a Trigoria, è sempre stato vicecampione, va a San Siro per imitare il francese e replicare quanto successo appena 2 anni fa. E magari per festeggiare, nella notte in cui il pubblico saluterà Totti che Berlusconi avrebbe voluto in rossonero, l’ennesimo record che non sarebbe fine a se stesso come tanti raccolti in stagione: i giallorossi non sono mai stati capaci di vincere 6 gare esterne di fila in A. Riuscirci contro il Milan cinese di Montella sarebbe fondamentale per restare sopra al Napoli, al momento avanti di 2 punti, nella volata finale.
POSIZIONE SCOMODA Il 14 ottobre è l’ultima volta che Spalletti e i suoi giocatori sono andati a letto, come la notte scorsa, al 3° posto (meno 1, però). Proprio alla vigilia della sfida al San Paolo contro il Napoli che, dopo quasi 7 mesi, rimane il rivale nella corsa per andare direttamente in Champions: all’8° turno, battendo i partenopei, la Roma si è presa il 2° posto, senza più lasciarlo. Il 19 marzo, invece, situazione simile a questa: la squadra di Sarri, sotto di 1 punto, non sbagliò il lunch match di Empoli e salì, per mezza giornata, davanti ai giallorossi che, in serata all’Olimpico contro il Sassuolo, effettuarono però il controsorpasso. Dal 29° turno, insomma, Spalletti non era stato più superato.
IDENTITA’ SMARRITA La Roma, in vantaggio negli scontri diretti che gli garantirebbero il miglior piazzamento in caso di arrivo a pari punti, ormai non deve, però, più guardare la classifica o rimpiangere quanto sprecato fin qui. Anche perché, con 12 punti ancora a disposizione, adesso è costretta a fare l’enplein per stare al sicuro, senza aggrapparsi agli errori altrui. E per non sbagliare più, da qui al traguardo, ha l’obbligo di ritrovare l’equilibrio e l’efficacia che non ha avuto ultimamente nelle partite più insidiose. Le assenze sono pesanti: gli squalificati Ruediger e Strootman (salterà pure la Juve) sono titolari inamovibili. Ma lo stesso discorso vale per Montella: Romagnoli (infortunato) e Kucka (pure lui fermato dal giudice sportivo), punti fermi dell’assetto rossonero, si perderanno il match di San Siro. La rosa giallorossa, pur incompleta già in partenza, è superiore, numericamente e qualitativamente, a quella del Milan che in classifica, del resto, ha 16 punti in meno. Spalletti ha fatto capire che in difesa confermerà la linea a 4, spostando Emerson a destra e rilanciando Jesus a sinistra (utile per la formula ibrida con 3 centrali). A centrocampo, accanto a De Rossi nel 4-2-3-1, rivedremo Paredes. Davanti il capocannoniere Dzeko, a digiuno da appena 2 giornate, rischia di finire in panchina, con El Shaarawy, Perotti e Salah nel tridente leggero.
EX VELENOSO Montella, in campionato, non ha mai preso i 3 punti contro la Roma (nei 10 tentativi 3 pareggi e 7 sconfitte) e soprattutto ha perso entrambe le sfide giocate contro Spalletti. Punterà al 100° successo in A da tecnico, motivo in più per sbarrare la strada alla sua ex squadra, e abbraccerà l’amico Totti che, 15 gol a San Siro (lo stadio in cui ha seminato di più), si presenta con l’umore peggiore.