È un esercizio di ottimismo ma, il giorno dopo l’eliminazione della Roma dalla semifinale di Coppa Italia per mano della Lazio, si può trovare qualcosa di positivo? I giallorossi, strada facendo, hanno perso un obiettivo dopo l’altro: Champions League ad agosto, Europa League a marzo e Coppa Italia ad aprile. Adesso restano otto giornate di campionato per coltivare un sogno che pare impossibile ma che potrebbe rovesciare il mondo (lo scudetto); per fare il minimo sindacale (la difesa del secondo posto, che qualifica direttamente alla Champions League); per andare incontro a un fallimento sportivo e economico (arrivare terzi e dover affrontare ancora una volta il preliminare di Champions, rendendo necessaria la vendita di due o forse tre pezzi pregiati in attesa di vedere, a fine agosto, se ci saranno o meno i milioni garantiti dall’Europa che conta). Spalletti ha affrontato il day after senza drammatizzare: ha detto alla squadra che non ha nulla da rimproverarle sul piano dell’impegno e chiesto di non mollare in quest’ultima fase della stagione. Parole giuste, ma che fanno a pugni con altre dette, a caldo, martedì notte dopo la sconfitta, che erano suonate come uno scarico di responsabilità. Due frasi in particolare, rilasciate a Rai Sport. La prima: «Nelle squadre contano i calciatori forti, come dite, non gli allenatori.». La seconda: «Io sono stato al gioco, per certi versi, che siamo fortissimi e ho reso partecipi i giocatori: si dice tutti allo stesso modo che la Roma è forte e che la Roma deve vincere».
Detto con i numeri: Spalletti guadagna sei volte più di Simone Inzaghi (3 milioni netti contro 500mila euro) e il monte ingaggi della Roma è quasi il doppio di quello della Lazio (92 milioni a 55). Delle otto partite che mancano quattro sono facili (Bologna, Pescara e Chievo in trasferta, Genoa in casa) e quattro sono difficili (Atalanta, Lazio e Juventus in casa, Milan in trasferta). Aritmeticamente servono 20 punti per il secondo posto, ma solo nel caso che il Napoli faccia l’en plein da qui alla fine. Poi sarà il caso di occuparsi anche delle scadenze contrattuali di Francesco Totti e Daniele De Rossi (a giugno) e di Kevin Strootman (2018). Sono tre nomi pesantissimi: la storia della Roma, il leader occulto dello spogliatoio, l’ultimo rimasto degli acquisti importanti della prima versione made in Usa. Il mondo della Roma non inizia e non finisce con il rinnovo, o meno, di Luciano Spalletti.