Il mondo guarda dentro l’Olimpico e scopre il sold out più romantico che ci sia. Si presenteranno 65 mila tifosi per certificare, davanti al presidente Pallotta, come la passione può anche avere la priorità sul risultato. Roma-Genoa, tappa conclusiva di questo torneo, ha il suo grande significato: i 3 punti danno la certezza del ritorno in Champions dalla porta principale. Ma alle ore 18, pure se la classifica non va snobbata proprio sul traguardo, inizierà il pomeriggio più lungo e probabilmente più triste per Totti. «Non dormirò» ha ammesso alla vigilia. Perché sarà lui al centro del campo e del gioco, pure se in partenza si accomoderà ancora in panchina. Il capitano, dopo 25 anni di serie A e 28 passati a Trigoria, vestirà per l’ultima volta la maglia giallorossa. E saluterà la sua gente che, capace di divorarsi tre settimane fa (e solo in due ore) i biglietti disponibili, entrerà allo stadio insieme a quei 307 gol (in 785 partite) festeggiati, per un quarto di secolo, insieme con Francesco. Che, a sentire Spalletti, giocherà una parte importante nel match. Nel 2017, in campionato, solo a Udine ha avuto spazio più di un quarto d’ora (28 minuti). Due le partite intere, a febbraio: contro il Cesena in Coppa Italia e contro il Villarreal in Europa League.
EMOZIONE UNICA L’Olimpico tutto esaurito (alle ore 15,30 l’apertura dei cancelli) non deve rappresentare solo la fine di una bellissima favola, ma l’inizio di una nuova avventura. Perché la Roma, nel giorno in cui si chiude la carriera di Totti da calciatore giallorosso, riceve dal suo pubblico il messaggio più forte e sincero. I tifosi, anche se non c’è una vittoria da celebrare, hanno sempre una voglia enorme di riempire lo stadio. Di far sentire la loro voce e di identificarsi nella loro squadra. Il capitano esce di scena e loro se la riprendono. Francesco ha anche questo merito. Di averli riuniti proprio per l’ultima partita della stagione. Da cui bisognerà ripartire già alla prima della prossima.
NUOVA FUGA Totti non sarà l’unico a salutare la gente. Anche Spalletti darà l’addio, proprio come fece nel settembre del 2009. All’epoca si dimise, stavolta rinuncia al rinnovo di contratto che la proprietà Usa gli ha proposto fino a qualche settimana fa. Non c’entra, adesso è chiaro, il capitano che, tra l’altro, non ha ancora deciso se farà il dirigente o andrà invece a giocare all’estero. Lucio, già dall’inizio del 2017, ha preso le distanze dal club che da qualche giorno ha bloccato Di Francesco. Il toscano si è dunque messo, con largo anticipo, sul mercato. Ed è pronto a ricominciare sulla panchina dell’Inter. Prima di andare via, sfruttando la gara contro il Genoa salvo, vuole però lasciare la Roma in Champions. Non ci riuscì ad agosto, nel play off con il Porto, ma ce l’ha quasi fatta, lasciandosi alle spalle il Napoli in campionato, grazie alla continuità di rendimento. E, vincendo contro i rossoblù, darebbe ancora più sostanza al 2° posto, già ottenuto sul campo con i giallorossi nel 2007 e nel 2008: con una partita, batterebbe due record, quelli dei punti (arrivando a 87) e di gol (superando quota 87). Dzeko, già capocannoniere dell’Europa League con 8 reti, punta a essere il re anche in serie A (magari segnando all’unica squadra del campionato contro cui non ha fatto centro): è primo, davanti a Mertens, con 28 reti (38 stagionali).
RINNOVO IN VISTA Pallotta, prima di lasciare la capitale, annuncerà il nuovo accordo con De Rossi (contratto biennale). Daniele, insomma, resterà. Da capitano, ovviamente. Almeno il suo sarà solo un arrivederci. Sugli altri titolari nessuno potrà dare certezze. Da Manolas a Ruediger, da Emerson a Paredes, da Strootman a Nainggolan, da Dzeko a Salah. Il mercato sta per entrare nel vivo. L’addio di Szczesny, qui in prestito, sembra l’unico scontato: il portiere si prepara a tornare all’Arsenal.