Mario Sconcerti
, giornalista sportivo e noto volto televisivo Sky e poi Rai, si pronuncia in esclusiva a Retesport sull’attuale momento giallorosso.
Roma supermarket dei grandi club. Cos’è cambiato dall’avvento degli americani a oggi? “Se partiamo dallo scudetto di Sensi qualcosa è cambiato, soprattutto negli ultimi mesi. La Roma è sempre rimasta al vertice, parlando anche dello scorso anno. Quello che è cambiato ora? C’è un confine dato dall’addio di Salah, coperto a fatica. Un disfacimento della squadra dello scorso anno, una squadra da scudetto. Cambiarne i migliori uomini non è stata un’ottima idea, ma un’esigenza”.
Quali sono state le mosse più sbagliate della società? “Il mancato sfruttamento dei giocatori. Su Dzeko c’è un grosso equivoco, non può dirigere il traffico del gioco romanista, deve essere un terminale. Strootman è fuori condizione, fuori squadra e fuori gioco. Nainggolan non rende come lo scorso anno, nel ruolo di Spalletti. Ho visto, fino all’inizio di dicembre, una Roma interessante a tratti. Segnava poco, ma portava 5-6 giocatori in area a ondate. Ora segna poco perché non ha veri realizzatori, tranne Dzeko. La squadra è moscia, non crede più in se stessa”.
Schick? “Può diventare un grande giocatore, ma attualmente non lo è. È stato il giocatore più pagato dell’estate. Gli si deve dare piena libertà, giocando tra le linee”.
Il tuo giudizio su Di Francesco? “È un ottimo allenatore, un ragazzo intelligente che arriva in una big al momento giusto dopo aver fatto bene praticamente ovunque. Che sia un po’ integralista non c’è dubbio, scuola zemaniana. La Roma forse aveva bisogno di un allenatore più pronto, per essere più concorrenziale da subito. Ora l’allenatore deve avere la pazienza di bucare qualche periodo di campionato, poi rivelerà le sue ottime qualità”.
La Roma avrebbe dovuto emettere un comunicato per smentire l’eventuale cessione di Nainggolan? “Se fosse così facile basterebbe un’intervista. I comunicati si scrivono in casi più urgenti. Però un momento televisivo in cui chiarire il tutto, fossi la Roma, me lo sarei concesso. Vediamo ora quale sarà la reazione, ma che ci sia l’esigenza di cedere giocatori richiesti è risaputo. Nel calcio ognuno fa i propri interessi”.